Vi sottopongo una riflessione che da tempo faccio tra me e me circa la scelta sempre più diffusa di mettere rotatorie al posto dei semafori.
Spuntano dove meno te le aspetti, e noi ci adeguiamo alla moda. Tuttavia a rifletterci sopra c’è tutta una filosofia, dietro alla loro vittoria, che non trascurerei. Il semaforo, caro vecchio semaforo, con i suoi colori dirige e decide, e noi dobbiamo limitarci a guardarlo. Che all’incrocio ci sia un chilometro di coda e noi siamo soli nell’altra strada, che cosa possiamo farci?, decide lui. Se è verde passo io e basta. Semplice ed efficace. Ma allora perché tutta questa rivoluzione della rotatoria?
La rotatoria è impegnativa, e lo sa bene chi si fa via Gattamelata in ora di punta. Essa impone uno sforzo psicologico, non c’è più un semaforo che decide, ma diventa un sistema collettivo che si controlla. Alla rotatoria controlli gli altri automobilisti, ne misuri la determinazione a immettersi senza ritegno, ne esce tutta la nostra varia umanità: il timido che stenta a partire e perde l’occasione giusta, quello che passa fingendosi sbadato e anche sorpreso del tipo “guarda dove hanno messo una rotonda, non passo mai di qua, vado dritto che ho la precedenza”, e più ci pensate più realizzerete che è proprio un microcosmo umano concentrato in un incrocio.
Vorrei però farvi riflettere sul fatto che questo sistema degli incroci con circolazione rotatoria, a volte dei veri e propri psicodrammi per neopatentati, ha vinto sul vecchio caro e semplice semaforo. E questo mi fa pensare che l’umanità, nel suo complesso, non se la cava male, se costringi le persone a rallentare e ad accorgersi che c’è una persona nell’altra auto, una persona come noi, il prossimo. E allora se vedi una colonna disumana magari fai passare qualche auto anche se hai la precedenza. La rotatoria è un caotico grumo di umanità ma, come sempre succede quando si parla di uomini, è anche un’opportunità. Sta a ciascuno di noi scegliere come comportarci e come vogliamo vivere il nostro essere Cristiani. Anche in una rotonda. E pensare che non sempre la macchina più bella e potente passa per prima.
Alla prossima.
Nicola