«Se un mio fratello commette una colpa contro di me, quante volte dovrò perdonarlo? Fino a settata volte sette», (cf. Mt 18, 21-22).
Incredibile e impossibile: eppure, se nella vita non ci si perdona, la vita stessa diventa un inferno («L’inferno sono gli altri», cit. J.P. Sartre). Se non si fa il primo passo e se non si coglie il gesto di chi lo sta facendo, rimane l’ingiustizia, il male cresce e si sta male, perché il male fa male. Viceversa aprendoci al dialogo, cercandolo, muovendo il primo passo, nell’incontro tutto si scioglie, il male piano piano si spegne per lasciare spazio alla pace nel cuore, alla serenità nelle relazioni: «beati gli operatori di pace» (cf. Mt 5,4).
Il «fratello» di cui parla il vangelo è il cristiano della tua comunità. I cristiani tra loro dovrebbero chiamarsi “fratelli” perché realmente lo sono: tra noi vi è lo Spirito Santo, lo Spirito di Cristo e, nonostante le diversità, è sempre molto più ciò che ci unisce di ciò che ci divide. Tutte le volte che ho avuto il coraggio di credere ciò, e di fare il primo passo, ho sperimentato quanto vero sia questo vangelo e quanto bene faccia: sta male chi tiene rancore nel cuore.
«Una colpa contro di me». È vero, a volte siamo feriti proprio perché abbiamo o pensiamo di aver subito un’ingiustizia. Spesso si tratta di un equivoco e, così come ad un condannato a morte si concede almeno la parola, anche al nostro fratello si dovrebbe concedere la possibilità di spiegarsi, pur se avesse realmente commesso qualcosa di doloso. Generalmente non crediamo alle cose impossibili, ma queste sono anche le più belle: non crediamo all’amore vero, forte (non perfetto), autentico, non crediamo alla forza del vangelo, al perdono… e prendiamo paura.
«Settanta volte sette». Secondo la numerologia biblica, sette è un numero completo che dice pienezza. È composto da quattro più tre: quattro sono i punti cardinali e gli elementi della terra (totalità mondana), tre la totalità di Dio. Totalità del mondo più totalità di Dio: totalità delle totalità. Si comprende che “settanta volte sette” dice una esagerazione della totalità. Quando perdonare? Sempre, comunque, chiunque.