Il vangelo di questa domenica racconta di Gesù che viene messo alla prova: vogliono vedere se è veritiero cercando di incastralo.
Penso che ci incastriamo da soli quando siamo ambigui con noi stessi, con la fede, quando ci raccontiamo delle mezze verità, ci giustifichiamo...; quando non riusciamo o non vogliamo credere in Dio, quando non scorgiamo in Gesù la possibilità di una vita diversa, nuova, e così viviamo come tutti gli altri, come se Dio non ci fosse, come se lui non potesse, come se il male fosse l’unica possibilità.
Gesù ha illuminato il mistero del male e del fallimento, lo ha illuminato con la sua vita piena di luce, con il suo comportamento. Ad esempio ci autorizza a sentirci addolorati quando una persona cara se ne va: lui si turbò «profondamente» davanti alla tomba dell’amico Lazzaro, e «scoppiò in pianto» (cf. Gv 11,35).
In queste situazioni Gesù prega il Padre, sorgente della vita, ordina a Lazzaro di uscire dal sepolcro. E così avviene.
La speranza cristiana attinge da questo atteggiamento che Gesù assume contro il male umano: se il male è inevitabile per la vita di tutti gli uomini, esso è, però, uno sfregio che deturpa il disegno di amore di Dio, e il Salvatore vuole guarircene. Altrove i vangeli raccontano di un padre che ha la figlia molto malata, e si rivolge con fede a Gesù perché la salvi (cf. Mc 5,21-24.35-43).
E non c’è figura più commovente di quella di un padre o di una madre con un figlio malato. Gesù si incammina con quell’uomo, che si chiamava Giairo, quando dalla casa di questo arriva qualcuno che annuncia che la bambina è morta, e non c’è più bisogno di disturbare il Maestro. Ma Gesù dice a Giairo: «Non temere, soltanto abbi fede!» (Mc 5,36).
Gesù sa che quell’uomo è tentato di reagire con rabbia e disperazione e gli raccomanda di custodire la piccola fiamma che è accesa nel suo cuore: la fede. “Non temere, soltanto abbi fede”. “Non avere paura, continua solo a tenere accesa quella fiamma!”. Gesù ci mette su questo “crinale” della fede: «Chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?» (Gv 11,25-26).
È quello che Gesù ripete ad ognuno di noi, ogni volta che il male viene a strappare il tessuto della vita e degli affetti. Tutta la nostra esistenza si gioca qui, tra il versante della fede e il precipizio della paura. Dice Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Noi crediamo questo?
Siamo tutti piccoli e indifesi davanti alla forza del male, alla violenza della cattiveria e dell’odio. Però, che grazia se in quel momento custodiamo nel cuore la fiammella della fede! Gesù ci prenderà per mano; dirà a noi, a ciascuno di noi: “Rialzati, risorgi!”.