L’elezione del Consiglio Pastorale Parrocchiale può passare inosservata o non interessare tutti i partecipanti alla comunità, dal momento che potrebbe essere intesa come un evento d’interesse della sola stretta cerchia dei collaboratori pastorali. In realtà è un’occasione che tutti i fedeli hanno per aiutare il parroco ad essere affiancato da persone capaci e con esperienza di vita parrocchiale. Per questo siamo tutti invitati a dare il nostro contributo al raggiungimento di questo scopo.
Questa elezione, in particolare, assume caratteristiche proprie che chiedono di essere valutate sia da coloro che si sono candidati che dagli “elettori”.
Anzitutto a chi si candida viene chiesto di essere in un itinerario di fede e di essere partecipe della vita della comunità, altrimenti risulterà difficile per la persona in questione poter aiutare nelle scelte concrete e fondamentali che la vita parrocchiale richiede.
Una seconda caratteristica importante è che le persone elette siano disponibili e attente alla collaborazione con la vicina parrocchia di Mandria e di Voltabrusegana. Sempre più, infatti, queste due realtà dovranno confrontarsi e questo, oltre che una necessità per il futuro, è soprattutto una ricchezza. Certamente la sensibilità dei consiglieri in questo ambito sarà un apporto importante per le scelte che si riterranno necessarie in futuro.
Saranno eletti due Consigli Pastorali, ciascuno per la rispettiva parrocchia, e ogni fedele è invitato a votare solo nella propria parrocchia di appartenenza: questo a segnalare la precisa volontà che le parrocchie di Mandria e di Voltabrusegana, pur nel cammino di conoscenza reciproca, mantengano le proprie identità e caratteristiche.
Ai consiglieri eletti e ai membri di diritto chiediamo di essere a servizio delle comunità con capacità di ascolto e di discernimento. Non si entra nel Consiglio Pastorale per rappresentare il proprio gruppo, tantomeno con atteggiamento di “difensiva” della propria parrocchia; il consigliere rappresenta e valuta nel bene di tutta la comunità con attenzione alla collaborazione con la parrocchia vicina. Il consigliere non è a servizio di se stesso e non cerca questo ruolo per comparire, ma perché ama la propria parrocchia e osservandola, o meglio vivendola quotidianamente, desidera mettersi a disposizione per poter consigliare le strade che il Signore sta tracciando per il futuro delle nostre comunità.
Le parrocchie sono comunità di fede, non luoghi in cui si offrono solo servizi sociali o religiosi; sono comunità in cui ci interessa crescere e maturare nella nostra amicizia con Gesù e nella fraternità tra noi; sono luoghi di servizio, soprattutto ai più poveri, luoghi di incontro e di apertura agli ultimi che abitano tra le nostre case. I consiglieri scelti saranno chiamati a valutare questi impegnativi compiti.