Quando un amico prete studia Teologia Spirituale e dopo qualche anno conclude la ricerca di dottorato pubblicando la sua tesi sullo “statuto veritativo dei media digitali” e magari te la regala, tutta non la si legge, soprattutto se la terminologia è assai impegnativa. Ma almeno la conclusione sì, dove ho trovato il glossario, di cui la prima voce era “corpo”. Decisi, così, di chiedergli una collaborazione qui a Villa Immacolata su un’esperienza che potesse coinvolgere i cinque sensi per arrivare alla fede come Gesù ce la consegna: attraverso il dono del corpo.
Il genio di don Lorenzo Voltolin è stato quello di non bypassare la parrocchie nelle quali si trova ad essere parroco e di coinvolgere i consigli pastorali perché le due realtà parrocchiali si adoperassero per centrarsi su un’esperienza forte in questa casa di spiritualità diocesana, in un weekend di ottobre. Trovato il consenso, è partita una preparazione fatta di incastri, tra i gruppi delle parrocchie e i sensi a loro abbinati.La vista è stata affidata ai catechisti, l’udito ai cantori, ai cori e agli animatori di liturgia, il gusto al gruppo Caritas, l’olfatto ai gruppi famiglie e il tatto ai giovani. Cinque moduli da scegliere: tutti, alcuni, uno solo, con anche la possibilità, per chi lo desiderava, di risiedere nel weekend qui a Villa Immacolata.
Non basterebbero le pagine per spiegare dettagliatamente ogni singola esperienza. Di tutte e cinque c’è stata una preparazione competente ed una realizzazione altrettanto valida per provocare nei singoli partecipanti emozioni potenti che hanno portato all’incontro con il Cristo. “E-mozioni”: movimenti dall’interno che necessitano di riletture personali e comunitarie per poter dire: «È il Signore».Don Lorenzo nella sua tesi parla di un movimento ergo-emotivo, ossia dei movimenti emozionali interiori che portano adazioni esteriori. E i sensi vogliono proprio veicolare il grande senso che ci fa fare la grande azione: CREDERE. «Va’ – dice Gesù a al cieco Bartimeo – la tua fede ti ha salvato» (Mc 10,52). I movimenti interiori di Bartimeo, le emozioni appunto, lo hanno condotto a gridare, a orientarsi verso Gesù, a deporre il mantello e a vedere il Signore come il Messia, il Figlio di Davide. Emozioni che lo hanno portato ad azioni.
Vorrei ringraziare le singole équipe che, pensando a come far riflettere e utilizzare i sensi, hanno provocato, attraverso le più svariate modalità, l’azione della fede nei singoli che vi hanno partecipato. Toccare l’intoccabile, come l’altare, il tabernacolo, il Santissimo, la statua tridimensionale della Sindone dell’autore Sergio Rodella come ha fatto Maria quando lo hanno deposto dalla croce, ma anche toccare gli occhi con della terra come ha fatto Gesù con la saliva per far vedere un cieco o toccare i piedi degli amici, come in quella sera nel cenacolo, ha provocato emozioni che sono sgorgate in azioni di fede. Questa la grande azione: credere in colui che è stato mandato e che si è fatto uomo nella carne. E questo è il senso dei sensi: gli occhi chiusi che vedono dal di dentro la realtà, come è successo al cieco che ha seguito Gesù lungo la strada che l’ha condotto a Gerusalemme.Il senso dei sensi: lo sguardo interiore che memorizza l’invisibile e lo rende reale. Il sentire con lo sguardo. Con l’olfatto. Con l’udito. Con il gusto. Con il tatto. Sentire: voce del verbo vedere dal di dentro. Sentire il Signore che passa. Non lo vedi, ma lo vedi! Grazie Signore perché i sensi ci portano alla fede. Grazie a tutti voi amici che siete passati dall’odore della morte al profumo della risurrezione.
Don Federico Giacomin, direttore di Villa Immacolata
Quando nella scorsa primavera era stata presentata da don Lorenzo, ai consigli pastorali delle due comunità la proposta di un ritiro comunitario da farsi verso metà autunno, in molti ci siamo chiesti: «Ma che senso ha?». Ebbene, solo ora che il ritiro Il senso dei sensi è terminato, si è capito che in fin dei conti quella proposta non era un’idea così balzana. La buona riuscita di questa iniziativa è stata merito della caparbietà dei diversi gruppi parrocchiali, che raccogliendo i suggerimenti del nostro parroco e di don Federico, direttore di Villa Immacolata, hanno svolto un lavoro veramente encomiabile. Sarebbe stato molto più semplice demandare la preparazione a degli esperti, invece di comune accordo si è preferito mettersi in gioco e dimostrare che il “popolo del Signore” quando si muove è capace di grandi cose.
La cosa che più ha colpito è come i gruppi delle nostre due comunità si siano da subito messi al lavoro insieme, cercando di individuare dei collaboratori per la formazione delle varie équipe e dare a ciascuno un ambito di lavoro in cui esprimersi secondo le proprie peculiarità, senza campanilismi né remore o pregiudizi nei confronti di nessuno. A tutti loro va il nostro ringraziamento.
Il clima positivo e propositivo di questo immenso lavoro si è respirato per tutto il ritiro. Chi ha potuto partecipare a tutta l’esperienza, chi solo in parte o anche solo ad un singolo laboratorio è tornato a casa con una carica in più.
Vivere un’esperienza di preghiera e di incontro con il Signore utilizzando il linguaggio del corpo non capita tutti i giorni. Spesso siamo abituati a parlare al Signore solo con le parole, invece dopo questa esperienza tanti di noi hanno scoperto che questo è possibile anche attraverso gli altri sensi, ma sopratutto che lui ci parla in tanti modi. La riprova di tutto ciò è stata la messa conclusiva dove anche attraverso la lettura della Parola del giorno si sono rivissute le medesime esperienze sensoriali. Quasi come a dire che certe cose non accadono mai per caso.
Emiliano
Sabato scorso ho partecipato all’incontro a Villa Immacolata sulla fede come “senso dei sensi” e ho portato due care amiche con me. Inutile raccontare, tanto quanto lo è immaginare, il pieno di vita, condivisione, spirito cristiano e di comunità che abbiamo poi portato a casa con noi.
Di solito sono gelosa e parsimoniosa nell’esprimere quello che germoglia e vive nei recessi del mio animo, forse per pudore o per timidezza (ancora non mi è chiaro... alla mia età!), ma questo lo voglio condividere. Non si è trattato di una festa con trombette, fanfare, scherzi o mascherate; solo di momenti intensi e di espressioni di fede attraverso tutto ciò che ci connota come esseri umani: i nostri sensi. Un’esplorazione della fede attraverso il linguaggio dei nostri corpi così intima eppure così corale da farci sentire un solo “corpo” con Lui.
Risulta indubbio che nel fare questi tipi di esperienza si ha bisogno di superare una certa forma di ritrosia, soprattutto nella fase iniziale dell’approccio ad essa, ma quanto si viene ripagati! E con quale moneta! La gioia, la commozione e la pienezza di spirito che dilagano nel tuo cuore sono solo una parte dei sentimenti che si snodano e si rincorrono dentro di te. Per non parlare dei momenti di silenzio: un silenzio amico, amico di tutti e per tutti. Un silenzio vivo come ingrediente indispensabile per capire meglio se stessi e chi ci è vicino in quel momento ma anche nei momenti a venire.
Ringrazio dunque me stessa per aver voluto trascorrere quelle ore meravigliose a Villa Immacolata e ringrazio tutti coloro che si sono dati da fare affinché tutto ciò abbia potuto prendere forma.
Una parrocchiana