La visita alle famiglie è sempre un gesto fondamentale per la vita della comunità cristiana: attraverso di essa si espri-me concretamente, e non solo a parole, quella che papa Francesco definisce la “Chiesa in uscita”, ma che già Paolo VI identificava come l’essenza della Chiesa stessa, ovvero la missione.
In effetti Gesù non aveva un patronato e neppure la chie-sa: i suoi incontri avvenivano per le strade e nelle case.
Poter entrare ed essere accolti in famiglia è un grande do-no, che fa bene prima di tutto ai missionari. Chi suona il campanello deve fare un lavorio interiore che sposta il soggetto dall’io al tu, deve vincere le personali resi-stenze e titubanze, deve concentrarsi solo su chi apre la porta di casa prestandogli attenzione per cercare di cogliere nei suoi gesti e nelle sue poche parole la sorpresa ma anche il desiderio di incontrarmi.
Ma perché o per chi si fa tutto questo? Per portare la pace di Dio. Certo, qualcuno potrebbe dire che, se non andiamo noi, Dio la pace la porta lo stesso (il che è vero), ma la differenza è la medesima che passa tra il ricevere un biglietto di auguri e ricevere invece la persona che mi manda o porta quegli auguri. Ricordia-mo che la Chiesa è davvero il corpo di Cristo: le sue mani, i suoi piedi la sua persona.
Avremo anche momenti di formazione per preparaci: il primo sarà martedì 22 gennaio alle ore 21.00.
Chi desidera rendersi disponibile compili il modulo sottostante e lo metta nella buca delle lettere della canonica, oppure lo invii Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
DESIDERO RENDERMI DISPONIBILE PER LA VISITA ALLE FAMIGLIE
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