Da piccolo mi chiedevo che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Da grande prima e da sacerdote poi, mi sono accorto che anche i discepoli si ponevano la medesima domanda (cf. Vangelo secondo Marco 10,10).
In classe durante le ore di religione, oppure con i ragazzi nelle attività in parrocchia, non è raro che qualche bambino ponga ancora la medesima domanda e, in queste circostanze, sono chiamato a dare una risposta.
La risurrezione è il centro della nostra fede: io stesso ho scommesso la mia vita, il "capitale" più grande, sulla persona di Gesù, la quale giustifica la sua pretesa di essere Figlio di Dio e portatore di verità e salvezza, sul fatto che Egli sia risorto.
Da un lato ci sono le testimonianze che ci giungono dalla Chiesa, quelle per così dire "ufficiali": la rivelazione e i Vangeli, la vita della Chiesa; ci sono poi dei testimoni che mi hanno affascinato per la loro vita, per le scelte coraggiose, per le intuizioni e lo stile delle loro esistenze: i sacerdoti che mi hanno cresciuto e che ho incontrato nel corso degli anni, i miei catechisti, i genitori, gli amici che con me hanno camminato nella vita della parrocchia, i compagni e gli educatori del seminario, i fratelli che ho incontrato nelle varie parrocchie. Posso dire di avere avuto delle "prove" (nel vangelo si chiamano "segni") della presenza di Dio.
Dall’altro lato c’è in me un anelito, come un grido muto e un desiderio mai risolto: ho bisogno di salvezza! Avverto come un’insufficienza, una mancanza di pienezza, il desidero di una felicità e di una pace che sembrano non trovare completa soddisfazione. La mia vita ha in sé una domanda insaziabile di bene che non trova mai pienamente risposta: ho bisogno di risorgere!
Questo misterioso eppure chiaro desiderio s’incrocia con la replica di Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me vivrà» (cf. Vangelo secondo Giovanni 11,25).
Alcune parole di Gesù interpretano questo mio desiderio insoddisfatto: «Chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà più sete in eterno» (cf. Vangelo secondo Giovanni 4,13).
Gesù, le sue parole, il suo stile, la sua risurrezione, incontrano le mie domande e, credo, possano incontrare anche quelle presenti negli altri uomini simili a me. Per questo ho scelto di credere, di scommettere la vita su di lui, addirittura di spenderla tutta per questo messaggio che la Chiesa propone.
Un caro augurio e un affettuoso sentimento di fiducia, di fede, perché tutti noi possiamo risorgere, trovare una strada, se non una risposta, ai nostri desideri più autentici.
Buona Pasqua di risurrezione!
Don Lorenzo