L’ideologia gender (di genere) in questo ultimo anno ha fatto scricchiolare l’alleanza educativa tra famiglia e scuola.
L’aspetto positivo della discussione va rilevato nella sua sensibilizzazione contro l’omofobia e gli atti discriminatori che ne possono derivare. Da questa prospettiva tutti le voci concordano.
L’aspetto problematico che sta venendo alla ribalta in questi ultimi mesi riguarda il fatto che nella scuola si possano introdurre processi formativi che vadano nella direzione dell’annullamento di una differenza di genere; ovvero nel senso che sia la stessa cosa essere maschio ed essere femmina. Questa operazione, di ordine diverso, richiede una più complessa riflessione.
Se da un lato è doveroso combattere ogni forma di discriminazione, quindi anche quella omofobica, dall’altro appare evidente che è tutt’altra questione affermare che maschile e femminile siano identici.
In questo secondo caso si va a toccare la struttura dell’uomo e questo tipo d’intervento richiede approfondimenti che necessariamente devono venire da più e diversi punti: pedagogico e antropologico, teologico e giuridico.
Cosa è possibile dire in forma semplice?
Certamente la persona è libera, e come tale decide di sé; ma la libertà non è mai esprimibile in modo assoluto, noi non siamo mai neutri: quello che scegliamo lo facciamo a partire da ciò che siamo, dalle esperienze che abbiamo vissuto, in poche parole, dai dati e dalle interpretazioni che diamo agli stessi. Se così non fosse, tutti i nostri pensieri sarebbero pure fantasie, fondati su convinzioni certo personali, ma con niente di sicuro. Insomma, ci si può convincere di essere i migliori al mondo, i più bravi, belli e intelligenti…, poi il confronto con i dati della realtà confermerà queste convinzioni o meno!
Molti studiosi concordano su un fatto evidente: tra maschile e femminile esistono dei dati diversi, difficili da smentire: biologici e antropologici, pedagogici e storici, psicologici e teologici. Il modo di affrontare la vita di un maschio è differente rispetto a quello posto in atto da una femmina, e ciò non è solo per un motivo culturale, oppure per semplici abitudini.
Difendiamo allora ogni azione contro l’omofobia e contro tutte le discriminazioni, d’altro canto utilizziamo la nostra intelligenza e la nostra esperienza per distinguere. Nella vita tutte le cose sono diverse, e sono appunto la diversità e la molteplici-tà, che così caratterizzano l’epoca postmoderna, a renderci così ricchi… viene da chiedersi perché in questo ambito si vogliano annullare.
In parole semplici e con un esempio banale: se dico che il rosso è diverso dal giallo, esprimo semplicemente che sono diversi non commettendo nessuna discrimina-zione; se dico che il rosso è pessimo allora emetto un giudizio di ordine morale. Il fatto che io parli sempre di colori non mi deve confondere, si tratta di due piani distinti.
Per un approfondimento:
A. La Marca (a cura di), Comportamento e apprendimento di maschi e femmine a scuola, Vita e Pensiero, Milano, 2012;
MIUR, Documento di indirizzo sulla diversità di genere, in http://goo.gl/2Yvzhp, 2011;
L. Palazzini, Sex/gender: gli equivoci dell’uguaglianza, Giappichelli, Torino, 2011;
M. Peeters, Il gender: una questione politica e culturale, San Paolo, Milano 2014;
D. Voyer - S.D. Voyer, «Gender Differences in Scholastic Achievement: a Meta-Analysis», in Psychological Bulletin 4 (2014), pp. 1174-1204;
G. Zaniello (a cura di), Maschi e femmine a scuola, SEI, Torino, 2007.