A pranzo domenica nella nostra famiglia è stato invitato un ragazzo extracomunitario; si dice così normalmente, ma per noi è solo una persona lontana dalla propria terra, dalla propria casa e dai propri affetti.
Dopo l’invito tramite don Lorenzo, un po’ ci eravamo preoccupati… Cosa preparare? Di cosa parlare? Come far sentire a suo agio una persona di una cultura così diversa dalla nostra? Naturalmente tutto è stato più semplice del previsto, per noi e, speriamo, anche per lui.
Noi con le nostre domande di conoscenza (a volte anche un po’ invadenti!), lui con il suo italiano incerto, ma con tanta voglia di farsi capire! Da lui abbiamo imparato che la Nigeria è un paese molto ricco e meraviglioso, ma purtroppo sotto il continuo giogo di terroristi e governi che uccidono indistintamente cristiani o musulmani. Ci ha parlato, facendoci commuovere, della sua mamma la quale ogni volta che sente il figlio per telefono si mette a piangere, del padre morto molti anni fa, dei fratelli e delle sorelle, alcuni di loro sempre all’estero in cerca di un futuro migliore come facevamo noi italiani qualche decennio fa cercando nella Statua della Libertà un orizzonte migliore per i nostri figli.
Ecco, non credo che questo pranzo domenicale possa cambiare il mondo o smuovere le potenze della Terra sul delicato tema, l’immigrazione, ma è servito per donare (e donarci!) qualche ora di serenità e calore della nostra casa, quell’amore a cui ogni essere umano ha diritto per vivere e stare bene. Per noi è stata una bella esperienza averti conosciuto e speriamo veramente che ti sia sentito ACCOLTO.