In questi anni in cui l’esperienza del perdono nella vita sociale è diventata più rara e l’individualismo più competitivo, la Chiesa sta comprendendo che la prima verità da dire e da vivere è l’amore che Gesù ha per gli uomini. Il linguaggio dei gesti della comunità cristiana dovrebbe t rasmet tere innanz i tut to misericordia: solo così facendo si potrà continuare a proporre in modo credibile il vangelo.
Nella tradizione cristiana i rimedi ai contrasti quotidiani sono due: la fatica di educare e far capire e la necessità di essere guarito dalla Grazia di Dio. La pratica educativa quotidiana, il consiglio che viene dalle persone più esperte aiuta alla correzione dei propri difetti, tuttavia è sempre necessaria la misericordia dell’amore di Dio. Senza misericordia e senza la gioia del perdono l’educazione potrebbe limitarsi a produrre, in chi sbaglia, sensi di colpa: «Dovrei essere…, ma non sono». Solo la formazione religiosa può aprire a quel mondo che è l’amore di Dio aiutando a farne tutta l’esperienza possibile proprio nel perdono, scoprendo che Dio ha sempre amato e perdonato tutti pur aiutandoli a camminare sulla via della verità. La correzione fraterna e gli aiuti che vengono dalle specializzazioni umane, pur riconoscendone la validità e talvolta la necessità, da soli non bastano. Essi hanno bisogno di guardare a un amore incondizionato come quello che si rivela nel Crocifisso: «Per me, Gesù, tu hai fatto questo!».
L’inizio e il sostegno per noi uomini non stanno nella ragione, cioè nel vedere le cose giuste, e neppure nella sola comprensione dei nostri sentimenti: tutto ciò può aiutare ma può anche produrre delusione, ferite all’autostima, pensare di non potercela fare davvero ad essere come dovrei e vorrei essere. L’inizio, appunto, sta nel dono, nel fatto cioè che qualcuno, prima di essere come vorrei, mi ha già amato. La Grazia che viene dal dono di Dio concretizzato nella persona di Gesù mostra che l‘amore ferito può essere risanato, l’amore dato male può essere riscattato, l’amore mai avuto può essere donato. La richiesta di perdono è l’altra faccia dell’amore: più amiamo le persone più ci rincresce se le facciamo soffrire. Perdonandosi, le persone si accettano nella loro verità e si aiutano nella fragilità. Il primo a istituire questo percorso di richiesta di perdono è stato proprio Dio in Gesù Cristo crocifisso, mostrando che questo è l’unico modo per risorgere dalla morte interiore che il male produce.
La pratica del perdono è, quindi, una prassi quotidiana di umanizzazione e un’esigenza sempre difficile. Ogni volta che si chiede scusa, la forza che si libera è tale da far sentire la portata della rivoluzione della misericordia.