Io o l’altro, o il Terzo. In questo assioma potrebbero venire sintetizzate molte delle sfide che stanno davanti a noi nelle comunità parrocchiali e nella Chiesa. Imparare ad aprirsi al “Terzo di Dio” chiedendo il dono di avere non il nostro sguardo sulle persone e sulla realtà, ma di essere disponibili a qualcosa, a Qualcuno, di diverso.
Viceversa se non si considera l’altro come un nemico o come qualcuno che sta ostacolando la nostra realizzazione, se gli si chiede e chiediamo a noi stessi di aprirsi a quel Terzo che ci distingue ma anche ci unisce, sarà possibile ricevere per entrambi da Lui un’esperienza di salvezza che supera le nostre esperienze soggettive.
Con il Concilio di Gerusalemme, la Chiesa primitiva, come descritto nel capitolo quinto degli Atti degli apostoli, decide di aprirsi all’azione dello Spirito Santo superando la visioni alternative che sembravano non poter trovare conciliazione. «Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi» (At 15,28): proprio in forza del Terzo, accettano di lasciarsi guidare da Dio, senza preoccuparsi di perdere qualcosa del passato.
Perché non potremmo vivere anche noi oggi questa stessa esperienza? Forse in questa prospettiva di apertura, di affidamento e anche di resa al Terzo che è Dio, che è sempre al di là dell’uno e dell’altro, alcune delle contrapposizioni che segnano, e talvolta lacerano, la vita della Chiesa e delle comunità, potrebbero essere vissute in modo più evangelico. Non si tratta di assumere atteggiamenti di facile o falso irenismo, piuttosto di affrontare la diversità di posizioni e i possibili conflitti ma nella disponibilità a mettere in discussione non solo la posizione dell’altro, ma anche la propria, nella consapevolezza che la verità è sempre un bene più grande di quello che ciascuno può cogliere. In questo modo è possibile allargare lo sguardo e cogliere vie evangeliche di soluzione dei problemi, vie inedite, quantomeno inesplorate, che potrebbero aprire nuovi orizzonti e ulteriori opportunità: «In verità io vi dico: se due di voi si accorderanno sulla terra per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 19-20).