Molti sono preoccupati e si chiedono: «Cosa sarà?» Qualcuno ha già superato la preoccupazione in favore di una previsione grigia del tipo: «Non sarà più come prima»; altri con sguardo più sereno: «Sarà un’occasione per cambiare, il cambiamento mi piace». Gli esiti differenti dipendono dal colore e dalle esperienze della vita di ciascuno. Ma che ne sarà delle nostre parrocchie di Mandria e di Voltabrusegana (due polmoni) e dell’OIC (terzo polmone)? Con il vescovo Claudio e i Consigli Pastorali ci siamo confrontati su questi temi e possiamo mettere giù due binari.
Il primo. Non è intenzione di nessuno accorpare le parrocchie e le attività. Anzi, ogni comunità, dipendendo dal grado di responsabilità e di partecipazione attiva dei singoli, dovrà mantenere i propri percorsi e le proprie attività (catechesi, itinerari per giovani, liturgie ecc).
Il secondo. Poiché di binari si tratta, per viaggiare siamo chiamati a porci in sintonia, ad incontrarci soprattutto tra operatori pastorali, a condividere e a confrontarci e, perché no, ad aiutarci; in questo senso non sarà più possibile fare come prima, ma questa è pure la novità: si respira a due polmoni proprio attingendo alla ricchezza della comunità vicina e talvolta aspettando i tempi della stessa.
Tutto ciò aiuterà a crescere, cioè a diventare più uomini e più cristiani, attivando quelle sensibilità quali il dialogo, l’ascolto, la capacità di altruismo. Questa espe-rienza sarà anche un banco di prova non solo per verificare la maturità delle comunità, ma soprattutto perché ciascuno valuti il proprio comportamento e le proprie scelte, guardando con sincerità alle capacità di apertura, di superamento dei pregiudizi e di adattamento allo stile comunitario. È chiaro che in un’epoca caratterizzata dalla ricerca edonistica che mette al centro le necessità dell’individuo a scapito dei bisogni comunitari, ciò significa essere alternativi e andare controcorrente.
L’OIC, il terzo polmone, è una comunità particolare, dedicata al servizio e alla carità verso i più deboli, un volto di Chiesa che va alle periferie esistenziali. Certo l’OIC ha una sua organizzazione che non dipende dalle comunità parrocchiali, eppure il servizio pastorale, cioè l’accompagnamento spirituale di questi nostri fratelli che stanno attraversando tempi della vita così particolari, è compito che la comunità cristiana non può delegare ad altre strutture.
Due binari, tre polmoni, un viaggio vero. Chi ha ragione? Cambierà tutto, non cambierà nulla? Il viaggio si fa, e lo fanno coloro che vogliono salire sul treno. Buona strada.