Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Ancora una volta leggiamo nel vangelo che Gesù viveva non isolato dal mondo, ma pienamente inserito in esso; che non era un asceta ma un piacevole compagno, che non si infliggeva privazioni ma godeva di ciò che la vita gli donava. Non sono le apparenze a rendere “santa” una persona, ma lo spirito che mette nelle opere che compie.