Dal libro dei Numeri
In quei giorni, gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti».
Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita».
Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.
La fede, così come le relazioni, richiede una grande dose di fiducia: devi affidarti a qualcuno, credere ciecamente all’esistenza di un sentimento che non puoi vedere se non nei suoi effetti, che spesso però non si manifestano nel momento in cui ne avremmo bisogno, cioè quando per qualche motivo sentiamo vacillare la nostra capacità di credere.
Ma il Signore ci conosce e ci viene incontro. Non è il serpente di bronzo a guarire gli avvelenati, ma il loro “guardare in alto” con fiducia. La salvezza, Signore, viene sempre da te: non da talismani, idoli, superstizioni, ritualità, ma dalla fede in te.