Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Nicodemo si distingue dagli altri farisei, molto attenti a conservare le tradizioni antiche, per aver saputo cogliere come non pericolosa la novità portata da Gesù. A lui, dunque, Gesù può presentare Dio in un modo che si discosta dall'abituale dottrina, perché ha davanti qualcuno di aperto alla comprensione e desideroso di uscire dalle tenebre.
Non sempre è facile presentare agli altri le proprie idee, ma soprattutto non è facile rivelare che qualcosa in cui crediamo lascia dei dubbi anche a noi stessi. Signore, oggi ti preghiamo di donarci degli amici fidati che sappiano raccogliere le nostre debolezze senza farci sentire ancora più deboli, e che riescano a farci notare gli errori di cui non siamo consapevoli senza farci mancare il loro appoggio e la loro fiducia.