Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
I pregiudizi impediscono di vedere e apprezzare le qualità che ciascuna persona possiede perché, inquadrandola in una tipologia precisa, rendono impossibile l’accesso in quell’oltre dove respirano e pulsano altri talenti. Il falegname sa lavorare il legno, il figlio del falegname impara a lavorare il legno; è davvero impossibile che il figlio del falegname riesca a scavare in se stesso arrivando a cogliere verità profonde e intimità con Dio? È davvero impossibile che il falegname stesso abbia trasmesso fede e senso di figliolanza divina, tra una tavola e un martello? Chiediamo al Signore, specie all’interno delle comunità cristiane, di saper raggiungere con la testa e il cuore i lati buoni di ogni persona.