Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
In ogni episodio della vita di Gesù che ci è stato tramandato leggiamo il suo modo di parlare la lingua di Dio, la lingua dell’Amore. Anche quando si arrabbia o sembra interdetto di fronte ad alcuni eventi di passaggio dell’esistenza umana, dimostra che il suo operare è sempre mosso da vera passione: ciò che fa non è finzione ma verità, con tutto il fluire di emozioni e di incomprensioni che essa comporta.
Signore, perdonaci per ogni volta che amare ci sembra più difficile e spaventoso che odiare.