Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Anche Gesù pregava, perché la preghiera anche se debole, facile e leggera come il respiro, è vitale, necessaria, potente. E non deve essere una cascata di parole, ma un pronunciarsi nella lode e nel ringraziamento verso un Vita che ci viene donata senza chiederla, senza che ci appartenga, senza la richiesta di arricchirla di cose, perché è già ricca in sé. Chiediamo al Signore, per tutti, di fare esperienza di preghiera.