Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Le voci corrono in fretta e un nostro comportamento particolare arriva presto agli orecchi di tutti. Per quanto possa essere riportato con precisione, qualcosa del suo significato originale viene sempre perso o snaturato, soprattutto quando si tratta di eventi facilmente soggetti a critiche negative.
Saremo in grado noi, quando questo avviene nei confronti di qualcuno che conosciamo, di riconoscere la verità in mezzo a tanti “ricami”, di saper dare ascolto alle motivazioni che hanno portato a quell’azione?
Aiutaci, Signore, a liberarci dai pregiudizi.