Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Il gesto che Gesù compie ci è familiare: è lo stesso che il sacerdote compie su chi sta battezzando! Ci apre e ci libera tutti i sensi che permettono di catturare, di apprendere la Parola di Dio. Il gesto di liberazione, Gesù lo compie in disparte, come la maggior parte dei miracoli, perché avvengono in un clima familiare, lontano dal caos e dal chiacchiericcio.
Aiutaci, Signore, ad accogliere tutti coloro che all’apparenza sono diversi da noi e fa’ che possiamo accogliere ogni tuo insegnamento.