Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
L’antica legge mosaica, nel quinto comandamento, condanna pesantemente il reato di omicidio. L’evangelista Matteo ci ricorda come Gesù vada oltre, tanto da condannare come tale anche la mancanza di amore verso il prossimo. Arriva perfino a minacciare il reo di gettarlo nella Geenna, un luogo tristemente noto in cui si eseguivano sacrifici umani e venivano bruciati i rifiuti.
L’invito, dunque, è quello di riconciliarci innanzitutto con il nostro fratello e, solo dopo, presentarci innanzi al Padre con il cuore in pace. Fa’, o Signore, che ognuno di noi capisca le tue parole e si presenti a te con un cuore nuovo.