Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Quante volte ci è capitato di leggere e ascoltare la Parola del Signore senza comprenderne a fondo il suo reale significato?
È accaduto anche agli stessi discepoli: pensiamo in particolare a Giacomo e Giovanni, che su richiesta della madre chiedono di sedere sul trono di fianco a Gesù. Anche gli altri discepoli ambiscono e ricercano carriera e potere, ma la legge di Gesù è esattamente inversa: il più grande si fa servo e l’autorità si vive come umile servizio. Il modello, infatti, è davanti agli occhi di tutti: “Gesù”. Lui non è venuto per dominare ma per servire, tanto da donare la sua vita per l’espiazione dei nostri peccati.