Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Il digiuno era una prassi importante per i giudei, due volte alla settimana. Giovanni Battista e i suoi discepoli la seguivano: rappresentava il tempo di preparazione e di attesa. La venuta di Gesù, lo Sposo, è invece il tempo della festa: come si può digiunare quando si è ad un banchetto di nozze? Il digiuno era ormai diventato un’abitudine. Gesù non sminuisce il digiuno, ma gli da uno spirito nuovo; Gesù ci chiama al cambiamento. Siamo chiamati a vivere questo nuovo digiuno con la consapevolezza che questo è il tempo di attesa del regno di Dio. Egli ci dona un vestito nuovo, un vestito di fede e gioia in attesa del nuovo banchetto.
Ti preghiamo, Signore, di donarci l’umiltà e la forza di accettare il nuovo vestito che hai preparato per noi.