Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Potremmo definire il brano di Luca come il manuale di comportamento perfetto, le istruzioni per la felicità eterna; le beatitudini del cielo contrapposte alle ricchezze terrene. Le parole di Gesù risuonano quasi come una minaccia: «Guai a voi». Si rivolge ai suoi discepoli, ai poveri, agli ammalati che si sono radunati davanti a lui, ma allo stesso tempo lancia un monito ai ricchi per denunciare le ingiustizie, le discriminazioni sociali proprie di quel periodo.
Sostieni, o Padre, quanti vacillano nella fede; dona loro la vera libertà e un’eredità di vita eterna.