Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Il digiuno è un'usanza molto antica. Gesù stesso la praticò per quaranta giorni. Ma lui non insiste con i discepoli per fare lo stesso. Li lascia liberi. E per spiegarlo risponde con un paragone: quando c’è lo sposo, durante la festa, gli amici non hanno bisogno di digiunare. Lo faranno quando lo sposo, Gesù, se ne sarà andato, ossia quando morirà.
Ci sono molte forme di digiuno, ma per i cristiani significa praticare una penitenza per poter giungere alla conversione: può essere un modo di partecipare alla passione di Gesù. Al tempo stesso il digiuno ci proietta nel futuro, quando parteciperemo al banchetto del cielo.
Signore, noi oggi digiuneremo per ricordarci che ci stiamo preparando ad una festa di nozze: rendilo autentico, senza ipocrisia ed esteriorità.