Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Gesù cambia il modo di vedere i peccati. Anche una parola, che può sembrare in sé una sciocchezza, può essere un peccato mortale e di questo dobbiamo rendercene conto. Difficile quello che ci chiede il Signore, ma non saremo perdonati se prima non impariamo a perdonare. Questa giustizia che ci chiede Gesù è diversa da quella che il mondo conosce e, dando esempio di giustizia cristiana, possiamo essere un anello della catena dell’Amore e del perdono che riceviamo da Dio.
Aiutaci, Signore, ad essere portatori di riconciliazione!