Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Con questa parabola Gesù vuole insegnare l’umiltà. Il fariseo non sta pensando il falso: si sforza davvero di non trasgredire le leggi. Il pubblicano invece è davvero un grande peccatore. Gesù però giustifica il pubblicano piuttosto che il fariseo. Nonostante questi sia “giusto”, non si accorge che il suo ego ha riempito il suo cuore. Dio non può entrare lì: non c’è più posto per lui. Il pubblicano, invece, sa di essere un peccatore e di avere il cuore vuoto: ora lascia aperta la sua porta per essere ricolmato dell’Amore di Dio.
Signore, rendici consapevoli delle nostre fragilità e fa’ che guardiamo solo il nostro percorso per non rimanere intrappolati nel nostro ego.