Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Quando i nostri sentimenti vengono calpestati, dentro di noi inizia a ribollire una grande rabbia che ci porterebbe a mettere in atto qualche forma di vendetta («Ti farò soffrire più di quanto tu hai fatto soffrire me, così non solo capirai, ma anche ricorderai di non farlo mai più»), ma questa non educa, apre solo una guerra a farsi del male.
Signore, quando la rabbia è incontenibile donaci la lucidità di ricordare che non si può guarire il male con il male; aiutaci a comunicare ciò che sentiamo e rendici capaci di ascoltare quando ci troviamo dall’altra parte.