Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Il calice di cui parla Matteo è il calice della sofferenza, della passione e della morte di Gesù, versato per la nostra salvezza. Egli è il vero e unico modello da seguire. L’unico modo per fare ciò è quello di invertire il senso delle leggi terrene: il più grande si faccia servo, chi vuole essere il primo sia invece umile e servitore degli ultimi.
Sappia ciascuno di noi cristiani, liberato dalla schiavitù del peccato attraverso il battesimo, seguire i tuoi esempi, o Signore, e meritare un posto nel Regno del Padre.