Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Questa volta il Signore spiega la parabola: il Padre semina la Parola. Poi il terreno siamo noi. Questo Vangelo ci deve fare riflettere: con quale terreno ci identifichiamo? Mi domando se sono davvero il terreno buono che vuole il Signore.
Spesso la Parola viene soffocata dalla frenesia e dall’ansia della vita quotidiana, ma allora devo essere abbastanza umile da capire che non sono proprio come il Signore mi vorrebbe e la Parola non è ancora parte di me.
Signore, aiutaci far penetrare la Parola nel nostro cuore, da dove può dare veramente frutto.