Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
Erode è così ossessionato dal giudizio altrui che non ha il coraggio di tirarsi indietro: si lascia manipolare da Erodiade e fa uccidere Giovanni Battista. Eppure lo temeva e lo ascoltava volentieri. Eppure quello spiraglio di ascolto che poteva portare ad una conversione è stato travolto dalla sua irrefrenabile lussuria e dal suo egocentrismo.
Anche noi spesso ascoltiamo volentieri la Parola di Dio, ma la facciamo fruttare? Diventa per noi stimolo alla conversione? Quanto pesa il giudizio degli altri sulla nostra vita di fede? Solo con i fatti possiamo verificarlo.
Signore, fa' che le parole del tuo Vangelo diventino parte del nostro vivere quotidiano.