Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Oggi è la festa dell’Esaltazione della Croce. Quando abbiamo dei dolori da portare, le difficoltà quotidiane, le persone da sopportare, le chiamamo “le nostre croci”. Quindi la croce diventa simbolo di sofferenza. Ma allora perché esaltare la croce, strumento così atroce di sofferenza, di tortura e infine di morte? Dobbiamo imparare a vederla da un altro punto di vista: quello di Cristo. Noi non esaltiamo la sofferenza, ma la testimonianza dell’Amore che Dio ha manifestato mandando il suo Figlio a morire in croce per noi.
Signore, rendici capaci di portare le nostre croci quotidiane per esprimerti il nostro Amore per te.