Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Prosegue il viaggio di evangelizzazione di Gesù lungo le strade della Galilea, un viaggio che lo porterà fino a Gerusalemme, consapevole che lì morirà crocefisso. In quegli anni le famiglie tendevano a chiudersi ed isolarsi, mentre Gesù invita le persone ad incontrarsi in comunità, ad uscire dalla solitudine e a seguirlo, anche rinunciando alle proprie origini, scelta però molto difficile.
Oggi molti nascono cristiani, ma per questi non è una scelta personale e nemmeno una scelta di vita. C’è chi nasce italiano e chi nasce cinese, un semplice fenomeno naturale che non comporta nessuna scelta. Essere cristiano invece comporta delle scelte profonde e radicali. Rinasciamo con il Battesimo e siamo invitati a portare quotidianamente la nostra Croce scegliendo sempre la strada del bene.
Insegnaci, o Signore, ad amare e fa’ che sappiamo fondare le basi della nostra vita su scelte sagge e giuste.