La preghiera di questi giorni è tutta in onore del nostro santo patrono Martino. La caritas parrocchiale ha proposto una raccolta di alimenti distribuendo per le vie del paese dei carrelli spesa che sono stati riempiti con cibi destinati ai più bisognosi: san Martino quest’anno non arriva a cavallo ma in carrello.
Ogni giorno nella preghiera on-line verrà associato un aspetto del carrello a un momento della vita di san Martino
San Martino ha cura dei più deboli
San martino nella suo missione è sempre stato attendo ai più deboli ai peccatori alle persone che desideravano seguire Dio, “li ha caricati” nella sua Chiesa. A questo aspetto della vita del santo viene associato il seggiolino del carrello.
Sempre in quello stesso periodo, operando un miracolo analogo, Martino mostrò il suo potere soprannaturale. In un paese, era stato dato alle fiamme un antichissimo e assai celebre santuario. Sospinte dal vento, le fiamme stavano per raggiungere una casa che si trovava nelle vicinanze. Appena Martino se ne avvide, in fretta e furia salì sul tetto della casa e andò incontro alle fiamme. Si poté vedere, allora, un spettacolo meraviglioso: il fuoco veniva soffocato dalla violenza del vento, ed era come se avvenisse una sorta di lotta tra i due elementi. Così, grazie al potere di Martino, il fuoco non poté esercitare le sue devastazioni che nei limiti fissati dal santo. In un altro villaggio, il cui nome è Leprosum, Martino un giorno voleva parimenti distruggere un tempio, arricchito dalla superstizione pagana, ma incontrò la resistenza di una moltitudine di pagani, i quali lo respinsero facendo ricorso anche alla violenza. Appunto per questo, il santo si ritirò in un luogo vicino e per tre giorni, ricoperto di un cilicio e di cenere, digiunando sempre e pregando, invocò il Signore: poiché la mano dell’uomo non aveva potuto abbattere quel tempio, soltanto la Potenza divina poteva distruggerlo. All’improvviso, gli si presentarono due angeli, armati di lance e di scudi, come se appartenessero alla milizia celeste. Gli dissero che erano mandati dal Signore per mettere in fuga la moltitudine dei contadini, portare soccorso a Martino, e impedire che qualcuno si opponesse alla distruzione del tempio: il vescovo non aveva dunque che da tornare, per completare devotamente l’opera cominciata. Martino, dunque, ritornò nel villaggio e, sotto gli occhi di una folla di pagani che stavolta stava tranquilla, fece abbattere fin dalle fondamenta l’empio edificio e ridurre in polvere tutti gli altari e le statue. A quella vista, i contadini compresero che la Potenza divina li aveva paralizzati mediante lo stupore e lo spavento, per impedire loro di opporre resistenza al vescovo. Quasi tutti credettero nel Signore Gesù, proclamando apertamente e confessando ad alta voce che si dovevano abbandonare degli idoli che non potevano difendere né se stessi, né gli altri e che si doveva adorare il Dio di Martino.