Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Francesco d’Assisi, dolce e leggero, attraverso la mitezza e l’umiltà, ha irrorato di nuova linfa vitale una Chiesa diventata ormai terra arida. Non l’ha fatto da solo: lui ha conosciuto davvero il Padre e il Figlio e insieme hanno collaborato affinché le grandi cose di cui l’Uomo è capace in Francesco diventassero concrete, profonde, spirituali e poetiche perché realizzate nel ristoro della Fede.