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amoletIn queste settimane si è discusso dell’attesa Esortazione apostolica postsinodale “Amoris lætitia”, sull’amore nella famiglia di papa Francesco. Rimandando alla lettura della stessa che è possibile scaricare dal sito www.vatican.va o che trovate a fondo di quest'articolo, si propongono alcune chiavi di lettura, una sommaria sintesi dei punti salienti.

Prima di proseguire occorre precisare bene l’argomento dell’Esortazione. È un’Esortazione sull’amore, non sulla dottrina del matrimonio; in particolare, come certifica chiaramente il sottotitolo, è «sull’amore nella famiglia». Questa è una chiave importante per leggere il documento. Per questo, anche davanti a coloro che «hanno difficoltà a vivere pienamente la legge divina, deve risuonare l’invito a percorrere la via caritatis» (AL 306). Dunque, l’Esortazione è un invito a chi vive in situazioni “irregolari” a percorrere un cammino di amore misericordioso verso gli altri. Se non è possibile cambiare una situazione irregolare, è sempre possibile percorrere questa via di salvezza.

L’Esortazione apostolica è suddivisa in nove capitoli e oltre 300 paragrafi, un’ampiezza che stupisce e che si spiega con la ricchezza dei due anni di riflessioni portate dal cammino sinodale. Il pontefice stesso non ne consiglia una «lettura generale affrettata»: semmai potrà essere approfondita pazientemente una parte dopo l’altra. Il papa afferma subito e con chiarezza che bisogna uscire dal pantano fangoso della contrapposizione tra ansia di cambiamento e applicazione pura e semplice di norme astratte. Scrive: «I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Chiesa vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento, all’atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche» (AL 2).

Poste queste premesse, il papa articola la sua riflessione a partire dalle Sacre Scritture con il primo capitolo.

Nel secondo capitolo considera la situazione attuale delle famiglie tenendo «i piedi per terra» (AL 6) e affrontando alcune sfide: dal fenomeno migratorio alla negazione ideologica della differenza di sesso, dall’attenzione alle persone con disabilità al rispetto degli anziani, dalla decostruzione giuridica della famiglia alla violenza nei confronti delle donne. Il pontefice insiste sulla concretezza, che è una cifra fondamentale dell’Esortazione. Citando la Familiaris consortio di Giovanni Paolo II, Francesco afferma che «è sano prestare attenzione alla realtà concreta, perché “le richieste e gli appelli dello Spirito risuonano anche negli stessi avvenimenti della storia”, attraverso i quali “la Chiesa può essere guidata ad una intelligenza più profonda dell’inesauribile mistero del matrimonio e della famiglia”» (AL 31). Il papa nota che l’individualismo esasperato rende difficile oggi donarsi a un’altra persona in modo generoso (cfr AL 33). Ecco un’interessante fotografia della situazione: «Si teme la solitudine, si desidera uno spazio di protezione e di fedeltà, ma nello stesso tempo cresce il timore di essere catturati da una relazione che possa rimandare il soddisfacimento delle aspirazioni personali» (AL 34).

Il terzo capitolo è dedicato ad alcuni elementi essenziali dell’insegnamento della Chiesa circa il matrimonio e la famiglia. La presenza di questo capitolo è importante, perché illustra in maniera sintetica, in 30 paragrafi, la vocazione alla famiglia secondo il Vangelo come è stata recepita dalla Chiesa nel tempo, soprattutto riguardo al tema dell’indissolubilità. La riflessione include anche le «famiglie ferite», di fronte alle quali il papa afferma, citando ampiamente la Relazione finale del Sinodo: «Occorre sempre ricordare un principio generale: “Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni” (Familiaris consortio, 84)» (AL 79). Perciò, mentre va espressa con chiarezza la dottrina, sono da evitare giudizi che non tengano conto della complessità delle diverse situazioni, ed è necessario essere attenti al modo in cui le persone vivono e soffrono a motivo della loro condizione.

Il quarto capitolo tratta dell’amore nel matrimonio e lo illustra a partire dall’inno di 1 Cor 13,4-7. Il capitolo è una vera e propria esegesi puntuale, ispirata e poetica del testo paolino. A suo modo questo capitolo costituisce un piccolo trattato dentro la trattazione più ampia, pienamente consapevole della quotidianità dell’amore e nemica di ogni idealismo: «Non si deve gettare sopra due persone limitate — scrive il pontefice — il tremendo peso di dover riprodurre in maniera perfetta l’unione che esiste tra Cristo e la sua Chiesa, perché il matrimonio come segno implica “un processo dinamico, che avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio”» (AL 122). D’altra parte, il papa insiste in maniera forte e decisa sul fatto che «nella stessa natura dell’amore coniugale vi è l’apertura al definitivo» (AL 123). Il capitolo si conclude con una riflessione sulla «trasformazione dell’amore», perché «il prolungarsi della vita fa sì che si verifichi qualcosa che non era comune in altri tempi: la relazione intima e la reciproca appartenenza devono conservarsi per quattro, cinque o sei decenni, e questo comporta la necessità di ritornare a scegliersi a più riprese» (AL 163).

Il quinto capitolo è tutto concentrato sulla fecondità e sulla generatività dell’amore. Si parla in maniera spiritualmente e psicologicamente profonda dell’accogliere una nuova vita, dell’attesa propria della gravidanza, dell’amore di madre e di padre. Ma anche della fecondità allargata e della vita nella famiglia in senso ampio, con la presenza di zii, cugini e anche i vicini. L’Amoris lætitia non prende in considerazione la famiglia «mononucleare», ma è ben consapevole della famiglia come rete di relazioni ampie.

Nel sesto capitolo il pontefice affronta alcune vie pastorali che orientano a costruire famiglie solide e feconde secondo il piano di Dio. Il papa affronta il tema del guidare i fidanzati nel cammino di preparazione al matrimonio, dell’accompagnare gli sposi nei primi anni della vita matrimoniale, ma anche in alcune situazioni complesse e nelle crisi, sapendo che «ogni crisi nasconde una buona notizia che occorre saper ascoltare affinando l’udito del cuore» (AL 232). Si analizzano alcune cause di crisi. Tra queste, una maturazione affettiva ritardata per cui «a volte le persone hanno bisogno di realizzare a quarant’anni una maturazione arretrata che avrebbero dovuto raggiungere alla fine dell’adolescenza» (AL 239). Infine si parla anche dell’accompagnamento delle persone abbandonate, separate o divorziate, e anche delle situazioni in cui la morte pianta il suo pungiglione.

Il settimo capitolo è tutto dedicato all’educazione dei figli: la loro formazione etica, il valore della sanzione come stimolo, il paziente realismo, l’educazione sessuale, la trasmissione della fede e, più in generale, la vita familiare come contesto educativo.

L’ottavo capitolo costituisce un invito alla misericordia e al discernimento pastorale di fronte a situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore propone. Il papa usa qui tre verbi molto importanti — accompagnare, discernere e integrare — , che sono fondamentali nell’affrontare situazioni di fragilità, complesse o irregolari. Quindi prende in considerazione la necessaria gradualità nella pastorale, l’importanza del discernimento, le norme e le circostanze attenuanti nel discernimento pastorale; e infine quella che egli definisce la «logica della misericordia pastorale». Qui il pontefice assume ciò che è stato frutto della riflessione del Sinodo su tematiche ampiamente discusse. Ribadisce che cos’è il matrimonio cristiano e aggiunge che «altre forme di unione contraddicono radicalmente questo ideale, mentre alcune lo realizzano almeno in modo parziale e analogo» (AL 292). La Chiesa dunque «non manca di valorizzare gli elementi costruttivi in quelle situazioni che non corrispondono ancora o non più al suo insegnamento sul matrimonio».

Il nono capitolo è dedicato alla spiritualità coniugale e familiare, «fatta di migliaia di gesti reali e concreti» (AL 315).

Continuiamo l'analisi con la seconda parte in quest'altro articolo "Amoris Laetiate 2".

Liberamente tratto da: A. SPADARO, «Amoris lætitia.
Struttura e significato dell’Esortazione apostolica postsinodale
di papa Francesco», in La Civiltà Cattolica,
3980, volume II 2016, pp. 105-128.

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