Martedì 31 Ottobre 2017
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Può capitare, arrivati ad un certo punto della nostra vita e avendo acquisito una certa consapevolezza di noi stessi, di riconoscere che alcune nostre abilità, per le quali magari siamo particolarmente apprezzati, non sono frutto di capacità duramente conquistate o affinate, ma “doti” per le quali non abbiamo dovuto faticare più di tanto. Se in giovane età questo può essere motivo di vanto, raggiunta una certa maturazione può farci invece sentire a disagio, come se i punti di forza su cui si basa la nostra carriera o le nostre relazioni fossero immeritati.
Con poche parole Gesù ci rincuora: ciò che conta non è ciò che ci ha portato ad avere delle qualità, ma come sapremo usarle. Aiutaci, Signore, ad avere riguardo degli altri e anche di noi stessi.