Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
A volte anche noi laviamo le nostre azioni, ma non i nostri pensieri. A volte decidiamo consapevolmente e con impegno di rinunciare al male, anche se è molto faticoso, altre volte invece lo facciamo solo in apparenza, quando sappiamo di essere visti o di dover rendere conto a qualcuno.
Signore, se davvero desideriamo pulire l’esterno, aiutaci a pulire anche l’interno.
Il Natale è il mistero dell’Incarnazione e l’annuncio della nostra salvezza. Con il Natale il cielo è sceso sulla terra, e la liturgia del tempo natalizio ci invita a guardare la luce che viene dall’alto: Dio, l’Eterno, l’Onnipotente si incarna in Gesù e nasce come un bambino, per condividere con l’uomo la precarietà e la povertà dell’esistenza. Si realizza così la profezia dell’«Emmanuele», «Dio con noi» (Is 7,14).
Il Natale è una novità assoluta nella storia e segna uno spartiacque tra «prima di Cristo» e «dopo Cristo». Perché Gesù, nascendo, ha preso la storia su di sé, l’ha accettata, l’ha amata, l’ha redenta. Perché si può redimere solo ciò che si ama davvero. L’evento «Gesù» è storicamente accertato, la rivelazione dei Vangeli chiede l’adesione della mia fiducia, secondo la quale il Gesù storico è il Figlio di Dio. La vita assume così un significato nuovo: il Natale non è solo un mistero che riguarda la storia passata, ma viene a radicarsi nel mio presente.
Una lettura superficiale del Vangelo ci fissa in un’atmosfera di gioia «pastorale» in cui sembrano essere assenti ombre e contrasti. Eppure nel Natale si attua un dramma a più voci: il dramma che l’accettazione di Gesù come figlio provoca nella vita di Maria, sconvolgendola; lo sconcerto di Giuseppe, che viene a conoscere il mistero che prende vita nel grembo della sua sposa. E poi le storie, le vite parallele dei pastori e dei magi. Accanto a queste persone e alle loro storie ci sono anche le tenebre, che rifiutano la luce ma non possono sopraffarla, come sottolinea l’evangelista Giovanni.
Il Natale è un dono al quale dobbiamo rimanere aperti, anche se la nostra vita è forse destinata a essere un lungo «avvento», una continua attesa, una domanda la cui risposta tarda a venire. Ma attendere non vuole dire restare passivi. L’Emmanuele, il Dio che viene in mezzo a noi per sanare i contrasti che ci dividono, per ridarci il senso della fraternità e della figliolanza, ci chiede comunque già da ora di porre mano alla sua opera. Il Natale ci chiama a un tentativo sempre nuovo di rinnovarci, di sentirci solidali e partecipi, al di là della devozione convenzionale. Il Natale diventa così, per il credente, una vocazione.
Un mistico tedesco del Seicento, Angelo Silesio, scrive: «Se mille volte nascesse Cristo a Betlemme, ma non in te, sei perduto per sempre».
Quando sabato mattina sono arrivata al luogo di ritrovo presso il patronato di Voltabrusegana, ho conosciuto i compagni che sarebbero stati accanto a me per i due giorni del ritiro. Mandria e Voltabrusegana identificavano solo il luogo di provenienza: da quel momento diventavamo un’unica comunità.
In questa comunità ognuno di noi ha vissuto momenti intensi e inaspettati. Gioia, stupore, rinascita, confusione, smarrimento, fiducia, comprensione, ardore, rivelazione, riconoscenza: queste parole non sono sufficienti a dar voce al cuore di tutti.
Emmaus ha travolto ognuno di noi in maniera unica. Qualcuno noi si è sentito frastornato e disorientato al punto da rimettere in discussione alcuni comportamenti adottati e decisioni prese nel corso della propria vita, scoprendo così di dover riflettere e fondare le proprie scelte alla luce delle Parole di Gesù. Qualcuno, tornato a casa, si è sentito pieno di amore per Dio, con una luce nuova nel volto e negli occhi.
Io mi sono avvicinata al ritiro Emmaus senza avere idea di cosa mi aspettava, e la segretezza più assoluta su quanto avrei vissuto è stata ampiamente ricompensata: ogni minuto trascorso è stato prezioso e vissuto in un turbinio crescente di emozioni. Ho portato al ritiro Emmaus solo me stessa, e tutto ciò che in questi soli due giorni ho visto, sentito, provato, toccato, raccontato e conosciuto mi ricorda che Gesù mi chiede pochissimo ma mi dona tantissimo. Ho accolto l’offerta di partecipare al ritiro Emmaus e ho potuto ricevere doni così grandi, scoperte così inaspettate, gioie così piene che spingono per uscire dal mio cuore per diventare ancora più grandi nella comunione e condivisione.
Grazie a tutti e da parte di tutti.
Michela
Domenica 3 dicembre 2017 i bambini del gruppo Tiberiade hanno ricevuto la consegna del padre nostro.
Questi incontri che si concludono poi con le consegne sono momenti molto importanti, i bambini anche se vivaci sanno esprimere con purezza ciò che provano; anche se all’apparenza sembrano distratti da chi fa sempre lo spiritoso di turno, seguono gli incontri a modo loro e se vai a chiedergli ciò di cui abbiamo parlato la volta prima ti si scalda il cuore perché riportano a volte dettagliatamente quello che e abbiamo fatto . Ed è in queste occasioni che noi catechiste ci rendiamo conto che il nostro servizio è importante.
Tornando alla nostra consegna, in questi incontri abbiamo cercato di illustrare questa stupenda preghiera ricca di significato dividendola in due parti.
Gli abbiamo spiegato che noi attraverso questa preghiera andiamo a fare a Dio delle promesse ma anche delle richieste .
Come laboratorio abbiamo creato con il gesso delle mani che simboleggiano il gesto che facciamo recitando il padre nostro a volte prendendoci per mano come segno di fratellanza oppure quando le alziamo al cielo come segno di invocazione .
Antonella e lo staff Tiberiade
Domenica 26 novembre abbiamo vissuto una grande e bella giornata. Ci siamo trovati insieme, fratelli delle parrocchie di Mandria e di Voltabrusegana, abbiamo celebrato la santa messa e ci siamo donati del tempo per…? ...per amare la Chiesa, per parlare di missione.
Ho percepito un bel clima, “siamo venuti fuori” per quello che siamo: cristiani capaci di passione per la Chiesa e disposti a spendersi per essa, per la missione di Gesù. E tutto questo perché? Perché Gesù per noi è importate: ha fatto qualcosa di grande per ciascuno. Eravamo in tanti: davvero non credevo poteste arrivare così numerosi e per un tempo così lungo. Abbiamo pranzato insieme e con la guida degli amici di Villaregia, dopo un tempo di amicizia in patronato, siamo stati condotti dentro i laboratori della missione.
Grazie è una parola piccola che dice cose grandi. Grazie perché condividiamo insieme la fede che nasce dalla forza dello stesso battesimo. Questo è essere Chiesa.
Si sta chiudendo anche il decimo anno del nostro Fondo di Solidarietà Parrocchiale ed anche quest'anno, grazie al contributo di tutti, la raccolta in questo 2017 è andata davvero molto bene.
Ribadisco quanto sia stata preziosa la presenza del Fondo per la Parrocchia: questo ci consente innanzi tutto di continuare a mostrare alla Diocesi e al Fondo di Solidarietà Ecclesiale la corresponsabilità e l'attaccamento dei parrocchiani alla loro Parrocchia e in secondo luogo di risparmiare interessi passivi sul nostro conto corrente, che avrebbero mandato in fumo altre preziose risorse.
Devo anche ringraziare di cuore tutti i volontari, senza la cui preziosa opera tutto questo non sarebbe stato possibile.
Dio non sopporta di vedere l’essere umano fallito e triste.
Conosce la sua vita, il dolore, la fatica del cercare, la gioia dell’incontro.
Ha sperimentato l’ingratitudine degli amici più cari e vede la vita deturpata.
Piange, Dio, nel vedere sofferenza, odio e violenza.
Con pazienza ricostruisce il capolavoro rovinato, l’Avvento apre alla speranza:
sul tronco della nostra umanità rinsecchita egli annuncia un futuro di vita.
La luce vince le tenebre e si accende la speranza.
Per i Ragazzi della CdR
Durante il tempo di Avvento i ragazzi riceveranno il materiale per realizzare, insieme alla loro famiglia, un logo o dise-gno rappresentativo della missione. Nelle liturgie della domenica sarà consegnato loro il necessario per il lavoro che produrranno a casa.
Il logo dovrà esprimere il significato della missione parrocchiale collegato allo slogan e al brano biblico dei discepoli di Emmaus.
Temi portanti per realizzare il logo:
- «Nessuno è forestiero» - incontro tra le parrocchie di Mandria e di Voltabrusegana
- brano biblico dal Vangelo secondo Luca 24, 13-34
- incontro tra le parrocchie di Mandria e di Voltabrusegana
- uscire
Per i Giovani
Sono attivi i gruppi per le classi superiori. Si ritrovano il mercoledì con cadenza quindicinale e sono percorsi molto importanti per accompagnare i giovani: sollecitiamo i genitori a incoraggiare i figli alla partecipazione.
Gruppo Giovani a Voltabrusegana con tante nuove esperienze per i ragazzi dalla 3a media alla 4a superiore. Gli incontri si svolgeranno unicamente nel patronato di Voltabrusegana.
Prossimo incontro mercoledì 13 dicembre ore 20.45.
Info: Emmanuele Moro (340 996 1590), Lorenzo Pavani (324 925 9732), Emanuele Busin (346 876 5672)
Per gli Adulti
La missione proporrà tanti momenti, tra cui:
- l’adorazione giovedì 30 novembre e venerdì 15 dicembre;
- il ritiro Emmaus sabato 16 e domenica 17 dicembre.
Ricordiamo di riservare del tempo per la confessione e la preghiera personale: possono essere di aiuto le riflessioni che trovate online attraverso i nostri siti o la pagina Facebook Mandria&Volta.
Nelle scorse settimane i ragazzi del gruppo Sichem di Voltabrusegana sono stati in ritiro presso le suore missionarie di Villa Concordia di Teolo. Sono stati due giorni intensi, ricchi di laboratori, riflessioni, spiritualità e divertimento che si sono conclusi con la veglia notturna della prima serata e nel pomeriggio successivo con la messa animata alla presenza dei genitori e di altri operatori parrocchiali.
Il tema guida del ritiro, che ci accompagnerà anche per questo biennio, è stato “la fraternità”. Per i ragazzi, questo termine significa condivisione, amicizia, unione, collaborazione, uguaglianza, porgere la mano, comunità, fiducia, ma soprattutto che siamo tutti figli di uno stesso Padre.
Un grazie particolare a don Lorenzo che ci ha accompagnato in questa meravigliosa avventura.
Lo staff del gruppo Sichem
I siti delle altre parrocchie del nostro vicariato: