Benvenuto nella Parrocchia di Voltabrusegana   PLG_GSPEECH_SPEECH_BLOCK_TITLE Benvenuto nella Parrocchia di Voltabrusegana PLG_GSPEECH_SPEECH_POWERED_BY GSpeech

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Sant'Antonio a Voltabrusegana

SantAntonio2Una curiosità nella lista dei patroni di Voltabusegana presenti nella pala di Dario Varotari: siamo in mano agli stranieri! La Madonna e il Bambino sono ebrei, Martino è ungherese, Filippo e Giacomo ebrei, Giorgio è turco. Aggiungiamo gli altri santi venerati nelle quattro statue e i due scomparsi, Rocco e Eurosia? Non va meglio! L’unica padovana è la quindicenne Giustina: Rocco è nato in Francia ed Eurosia in Spagna, Prosdocimo è egiziano, Daniele di famiglia ebrea, Antonio portoghese. Eppure Antonio lo qualifichiamo “di Padova”, nonostante i poco più che dodici mesi da lui vissuti nella nostra città e Voltabrusegana è lieta di venerarlo in un bell’altare marmoreo, dotato di statua lignea e nella splendida scultura bonazziana. L’abbiamo adottato e ce lo teniamo caro!

Quando appare la presenza del Taumaturgo a Volta? I dati storici, dalle Visite Pastorali, sono rari, ma possiamo essere certi che almeno dal 3 novembre 1659 esiste nella Parrocchiale una “Compagnia de sovvenire alli agonizanti et suffragar i morti, eretta sotto la protetione del glorioso s. Antonio de Padoa”. Lo certifica don Giovanni Chiericato, collaboratore del vescovo san Gregorio Barbarigo. Il documento: “Chi è eletto nella compagnia a presiedere svolga le sue mansioni per carità, né possi pretender altra mercede che quella che li darà Sua maestà Divina”. Meraviglioso il culto dei Morti guidato da Antonio!

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San Giorgio a Voltabrusegana

pala varotari voltaPerché l’immagine di san Giorgio nella Pala di Dario Varotari?

Dario Varotari nella pala della chiesa di Voltabrusegana, dipinta nel 1576 su commissione delle monache benedettine di San Pietro, sollecitate a ciò dal vescovo Nicolò Ormaneto durante la visita pastorale nel 1572, effigiò, oltre alla Madonna in trono con il Bimbo, i santi Martino, gli apostoli Filippo e Giacomo il Minore, e Giorgio.

Chiaro il motivo della presenza di Martino: cavaliere generoso che dona il mantello al povero, aiutando chi nel bisogno. La sua devozione attecchì presto in Occidente (IV secolo) soprattutto fra la gente povera delle campagne e Padova, nella Basilica di Santa Giustina, ornò le sue pareti con splendidi mosaici rappresentanti episodi della sua vita, testimoniati nel VI secolo da Venanzio Fortunato. Una devozione quindi tanto cara alla famiglia Benedettina, come quella a san Giorgio. Infatti in riviera Tito Livio esiste ancora la struttura dell’ex chiesa di San Giorgio, nel cui monastero, fin dal 1509, vennero allocate le monache benedettine. Il dipinto dell’altar maggiore, opera del secentesco reggiano Antonio Triva, rappresentava “san Giorgio in sella a un cavallo in corsa con accanto una regina”.

Normale che le benedettine di Volta scegliessero in Giorgio un santo non solo a loro caro, ma di facile presa sulla popolazione semplice, pronto a evadere le attese di chi l’invocava nei quotidiani bisogni materiali e spirituali. Non risponde a un caso che nel 1481, nella dichiarazione dei redditi della parrocchia, la chiesa risulti intitolata, per la prima volta, a San Martino e a San Giorgio. Questi doveva, nell’immaginario collettivo del cristiano, risultare un impavido cavaliere, ricco di fulgore e per questo assai vicino al trono di Gesù.

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La storia raccontata della chiesa di San Martino Vescovo

La storia della chiesa di San Martino Vescovo in Voltabrusegana raccontata dalla dottoressa Elisabetta Favaron in occasione dell'incontro del 30 aprile 2015 per il 650° anniversario di consacrazione della chiesa avvenuta il 1 maggio 1365. 

 

La dottoressa Favaron, laureata in Conservazione dei Beni Culturali, lavora presso l'Ufficio Beni Culturali della diocesi di Padova da 10 anni, dove si occupa nello specifico di prestito, movimentazione, restauro e promozione delle opere d'arte e dei beni mobili in genere oltre alla verifica dell'interesse culturale sui beni mobili e immobili (in altre parole l'acquisizione dei vincoli).

Collabora inoltre, su indicazione del direttore dell'Ufficio, con il Museo diocesano per la realizzazione di mostre e insieme allo stesso seguono il progetto per il recupero del patrimonio artistico della diocesi.

Nel caso non appaia il video nell'articolo lo potete vedere QUI.

L'arrivo di don Lorenzo a Voltabrusegana

 

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La consacrazione della chiesa di San Martino a Voltabrusegana

ChiesaConsacrataLa prima notizia sulla chiesa di Voltabrusegana si trova nell’atto di donazione dell’8 settembre 1088 quando compare anche il toponimo Volta. L’agglomerato di case e i terreni vengon donati dal vescovo Milone al monastero femminile padovano di San Pietro assieme alla «cappella che ivi è costruita in onore di san Martino». Come inizio non può superare di molto il secolo X, periodo di assetto del territorio con disboscamento e bonifica.

Probabilmente la cappella venne rifatta e ingrandita a metà XIV secolo e il vescovo Ormaneto nella Visita del 1572 ricorda che, consacrata il 1° maggio 1365, possedeva tre altari: il maggiore e quelli alla Madonna e San Rocco.

Il parroco don Angelo Giorgio, nel 1696, relaziona che aveva quattro altari (Maggiore, Madonna del Rosario e ai Santi Antonio e Rocco) e «che si fa l’ufficio e la sagra dei santi Filippo e Giacomo il primo maggio», citando le parole di consacrazione della chiesa.

Nella Visita del cardinale Nicola Giustiniani del 1777, giunto da Brusegana a Volta con una barca, perché il Bacchiglione correva dietro ambedue le chiese, il parroco don Domenico Magarotto conferma la data di consacrazione, «come da una lapide posta nel muro destro della Madonna» e la celebrazione della sagra. Gli altari risultano tre: il maggiore a San Martino, al Rosario e a Sant’Antonio, questo dotato (interessante!) d’una reliquia della pianeta del Santo.

Medesima situazione si riscontra nelle Visite del 1822 e 1887, ma in quest’ultima don Domenico Pellizzari ricorda che «la tradizione popolare dichiara che la primitiva chiesa parrocchiale esisteva nella proprietà Folco Matteo, presso la quale da pochi anni si rinvenivano le fondamenta d’essa, nonché il cimitero colle stesse fondamenta e tombe sepolcrali». Non si è mai indagato su tale asserzione anche se suppongo sia nata confusione con un edificio sacro, appena al di là del fiume, in territorio selvazzanese, ove abitavano i Folco.

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DonLorenzo

Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

panevino

Festive
Sabato ore 18.30 (a Mandria) 
Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

Adorazione eucaristica continua
Venerdì dalle ore 16.00 alle ore 24.00 (Chiesa Mater Dei - O.I.C.)

 

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