I re magi sono uomini di scienza, vengono dall’Oriente e sono alla ricerca della verità.
Vengono dall’Oriente, ovvero dal luogo dove sorge la luce e nasce un nuovo giorno. Questa è molto di più di un’indicazione geografica, infatti segnala un orientamento esistenziale: i magi sono uomini caratterizzati dall’onestà intellettuale, dallo spessore morale. Essi sono capaci, cioè, di superare i naturali pregiudizi che ciascuno di noi ha e la circostanziali precomprensioni, per ricercare le verità. Ovvero se la verità fosse diversa da come l’hanno intesa o da come tradizionalmente è stata insegnata, essi sono aperti e disponibili ad accoglierla. Per questo motivo sono disposti a intraprendere un lungo viaggio, ovvero si smuovono dalle loro opinioni per spingersi oltre a quello che già conoscono.
Per fare ciò seguono una stella, ovvero dei segni. Non si tratta di magia o di fenomeni soprannaturali, ma è piuttosto questione di metodo. I magi muovono i passi seguendo delle precise indicazioni, sono in ricerca ma non si spostano a caso, e neppure si affidano o si fermano alle semplici opinioni: si lasciano, invece, guidare da qualcosa di esterno e di più grande.
Nella vita di fede chiediamo spesso dei segni. Essi vengono da fuori di noi, sono perciò più grandi di noi perché pensati e ragionati da più teste, sperimentati da uomini che hanno vissuto di Dio maggiormente. Se così non fosse correremmo il serio rischio di costruirci una verità a misura personale e un’idea di Dio individuale, e spesso l’idea di Dio non corrisponde molto a quel che Dio è. La nostra fede ha bisogno del sostengo di segni sensibili e chiede di essere consolidata dalla fede che altri hanno sperimentato. La fede ha, per sua natura, una struttura comunitaria: non esiste la “mia fede” e non esistono le “mie idee di fede”, pur rispettabili, piuttosto esiste la “nostra fede”. Questo è giustificato dal fatto che nessuno di noi “si è dato la fede”, ma l’abbiamo tutti ricevuta da altri e da segni sensibili: persone ed esperienze di Dio.
I segni sensibili quali sono e cosa sono? Sant’Ignazio di Loyola parla di “mozioni spirituali”, ovvero di emozioni interiori che si fanno avvertire nel fondo della coscienza nel confronto con il Vangelo se siamo in consonanza o in dissonanza con la Parola di Dio. Concretamente cosa dobbiamo fare come cristiani per sapere se stiamo veramente cercando la verità o se stiamo costruendoci delle nostre idee su Dio?
Dovremmo metterci in ascolto del Vangelo, che è Gesù che ci parla, e dal confronto con lui avvertire come ci sentiamo misurando la nostra vita sulle sue parole. Allo stesso modo di un buon amico che ci parla, di cui abbiamo fiducia, ascoltando le sue parole e apprendendo il suo stile di vita esse ricadono su di me e mi fanno confrontare lui: anch’io vorrei vivere così. Accade in questo modo che la vita di Gesù diviene la misura sulla quale io regolo la mia e non il contrario: io la misura di tutto. In questo “prendere le misure” avverto nel mio cuore le “mozioni”, ovvero dei sentimenti di consolazione se mi trovo in consonanza con Dio, oppure di desolazione se sono in dissonanza. Questa è la stella che brilla nel nostro cuore e che segnala la strada per raggiungere il bambino Gesù e così fermasi alla stalla per adorarlo e offrigli in dono la nostra vita.