Benvenuto nella Parrocchia di Voltabrusegana   PLG_GSPEECH_SPEECH_BLOCK_TITLE Benvenuto nella Parrocchia di Voltabrusegana PLG_GSPEECH_SPEECH_POWERED_BY GSpeech

Questo sito non utilizza cookie per inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze, vengono invece utilizzati cookie tecnici e di terze parti .Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca su "Leggi l'informativa relativa alla cookie policy". Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina
 o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Inoltre su ogni pagina consultabile di voltabrusegana.iu in calce trovi anche la Privacy Policy relativa al trattamento dei dati personali.

Sabato 3 Gennaio 2015

03012015«Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. Chiunque commette il peccato, commette anche l’iniquità, perché il peccato è l’iniquità. Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati e che in lui non vi è peccato. Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha visto né l’ha conosciuto» (cf. Prima lettera di San Giovanni 2,29-3,6).

Il peccato è un modo sbagliato di vedere Dio e di vedere il mondo: uno sguardo storto e distorto. Gesù viene a farsi conoscere dagli uomini proprio per ridarci una visione corretta della vita. Infatti, tutte le volte che lo ascoltiamo e lo seguiamo ci troviamo bene, le nostre esistenze migliorano in qualità.

Venerdì 2 Gennaio 2015, Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno

02012015«Figlioli, chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre» (cf. Prima lettera di San Giovanni 2,22-28).

Vedere Gesù vuol dire vedere il volto di Dio. Oggi tante cose sembrano allontanarci da Gesù, quantomeno non aiutano a vederlo bene: stili di vita, idee, opinioni. Cerchiamo di seguire il vangelo, la Parola di Dio, la vita nella Chiesa: sono le forme normali che ci portano alla conoscenza di Gesù e all’incontro con Lui.

«Figlioli, chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre» (cf. Prima lettera di San Giovanni 2,22-28).

http://3.bp.blogspot.com/_bWBUI-ci2cc/S9ik8KzE8eI/AAAAAAAADVo/hCMUV95NYuk/s1600/istanbul+modern+art.jpgVedere Gesù vuol dire vedere il volto di Dio. Oggi tante cose sembrano allontanarci da Gesù, quantomeno non aiutano a vederlo bene: stili di vita, idee, opinioni. Cerchiamo di seguire il vangelo, la Parola di Dio, la vita nella Chiesa: sono le forme normali che ci portano alla conoscenza di Gesù e all’incontro con Lui.

Giovedì 1 Gennaio 2015, Santa Madre di Dio, Giornata mondiale per la pace

01012015«Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (cf. Lc 2,16-21).

Maria conserva le cose nel cuore. Cerchiamo in queste parole un incoraggiamento a vivere in pace sulla terra. Maria ha assistito all’annuncio dell’angelo, all’arrivo degli angeli nel momento della nascita del bambino, alla venuta dei pastori e dei re magi, alla profezia di Simeone e di Anna. Certamente il suo cuore sarà stato colmo di gioia ma anche di tanta trepidazione: questi segni cosa vorranno dire? Maria non prende paura, ma conserva nel cuore perché a tempo debito le cose si chiariranno.

Che gioia vedere la vita in questa luce! Non mancheranno soddisfazioni e preoccupazioni per l’anno a venire: teniamo tutte queste cose nel cuore. La vita nella Chiesa e nella nostra parrocchia fa sentire e vivere a noi la comunione con Dio, fa sperimentare che Dio è con noi: sperimentare significa, quindi, credere perché ho veduto e ho sentito.

Festa di Maria madre di Dio e madre degli uomini, quindi fratelli tra noi. Oggi si celebra anche la Giornata mondiale per la pace, a cento anni dall’inizio della Prima guerra mondiale. Papa Francesco nel suo messaggio parla di fratelli non più schiavi.

Fratelli non più schiavi, anzitutto per noi cristiano, ormai minoranza nella nostra città. Ciò significa sentire fratelli gli altri, quelli di altre religioni, quelli che non credono. Ciò vuol dire non alzare muri, non formulare giudizi cattivi, insieme, se possibile, ricercare verità e comunione.

Fratelli non più schiavi, poi, all’interno della comunità. Via le maldicenze, le invidie e le gelosie. Si tratta di sentimenti umani, normali e che avvertiamo, bisogna però che siano “addestrati” dalla preghiera, addolciti dall’Amore, cosicché il nostro cuore sia libero da tutto ciò che allontana l’altro e lo fa percepire come antagonista e nemico, non più come fratello.

Fratelli e non più schiavi verso chi arriva nelle nostre terre ed è straniero. Non nascondiamo in modo ingenuo le difficoltà e siamo consapevoli del dovere di tutelare le necessità legate alla legalità e alla sicurezza. Altresì, l’impegno per il senso civico e cristiano, non ci esime anche dall’essere solidali e accoglienti. L’amore, infatti, ha un carattere esclusivo e mai escludente: donandolo agli altri non lo si perde ma si moltiplica. Probabilmente anche in questo frangente uno sforzo di fraternità lo possiamo fare.

Fraternità e fratelli così si apre il nuovo anno per i cristiani: un’unica mamma quindi tutti fratelli, e questa via è segnata anche da Papa Francesco nella ricorrenza della Giornata mondiale per la pace. Anche in questa piccola parte della città, noi cristiani possiamo costruire un angolo di pace.

Giovedì 25 Dicembre 2014, Natale del Signore

25122014A Natale qualcosa si deve dire! In effetti, ad essere sinceri e senza intenzione polemica, la consueta stregua degli auguri sorridenti, in certe circostanze, appare forzata: in alcuni contesti le felicitazioni stonano, addirittura possono assumere toni ridicoli e colpirci come un gesto violento. Per augurare cose belle si avverte la necessità di un contesto che sia tale. Eppure il cristiano vive questa “stonatura” con un sentimento che lo spinge oltre la brutalità dei fatti, egli pone fiducia in un salvatore, un bambino, che viene proprio in tutte le situazioni drammatiche e interrotte.
Due parole sento vere, cioè senza patina, per questo Natale: incertezza e complessità.

Incertezza. Il pensiero corre immediatamente ai tanti giovani che attendono dalla società, dalla politica, dalla comunità, un minimo di sicurezza per poter progettare e costruire la propria esistenza. Sicurezza è un diritto umano, esserne privi significa trovarsi in situazioni di povertà esistenziale: io ho diritto, senza per ciò essere pretestuoso, a poter pensare concretamente come vivere domani, tra un anno, tra dieci anni… Sicurezza è una delle condizioni per poter realizzare il bene per me e per gli altri. Oggi hanno più sicurezza le precedenti generazioni rispetto alle nuove, e anche questa è una distorsione, nel senso che chi è più avanti negli anni ha già realizzato, in parte, la propria vita. In questo frangente la solidarietà generazionale diventa un comandamento, cioè un impegno a fare il bene, oltre che un ammortizzatore sociale. Nel clima di incertezza abbiamo segnali di speranza e il Vangelo di Gesù, Buona Notizia, segna la strada a noi cristiani. Maria e Giuseppe hanno vissuto nell’incertezza. Le loro esistenze non potevano avere progettualità economica e sociale, sia a motivo del regime romano, sia per una ragione esistenziale e familiare: Maria era promessa sposa di un uomo e si trova in gravidanza. La loro incertezza li segna fino alla povertà estrema e al rifiuto di un posto dove riposare per far nascere il bambino. Certamente sentimenti di sconforto e sfiducia sono stati avvertiti da Maria e Giuseppe: come li avranno vissuti, e che tipo di forza e di energia deve aver immesso in loro la fiducia in Dio?

Complessità. Ancora il primo pensiero corre ai giovani, ma subito si allarga a tutti noi che viviamo in questo contesto occidentale nel XXI secolo. È cessato da tempo il “mondo monolitico”, si sono aperti orizzonti di senso plurimi; oggi entrando nella complessità esistono i poli differenziati, ovvero è possibile dire o assistere a tutto e al suo contrario. La complessità si acuisce nei drammi come l’uccisione di centinai di bambini in Pakistan e in non rari eventi del genere. Più normalmente essa è avvertibile in un sentimento di smarrimento quotidiano che fa interrogare su cosa sia giusto veramente. Dall’Illuminismo, avanzando nelle epoche, si sono come spente delle luci, dei fari di riferimento che orientavano l’umanità, la società, perfino la Chiesa, ma non siamo ancora riusciti ad identificare e accendere altri lumi, così ci troviamo come smarriti, senza orientamenti: alcuni vanno in una direzione, altri seguono vie diverse. Sembra che ognuno debba decidere per conto suo, e così la libertà, avventura avvincente, diventa fardello pesante perché il peso degli eventuali e inevitabili sbagli e la responsabilità delle azioni ricadono sulla singola persona. Teniamo accesa in noi la luce di Cristo, non perdiamola. Cristo brilla attraverso i secoli in tutte la culture e civiltà, e in ogni epoca: è l’unica luce che finora non si è mai spenta. Teniamo accesa la luce di Cristo e attraversiamo quest'epoca complessa con questa lanterna; vagliamo le nostre scelte e quel che ci viene proposto alla luce della sua presenza. La stella che guidò i magi ricercatori sia anche per noi il faro che accompagna ciascuno. Così non ci perderemo.

Mercoledì 24 Dicembre 2014

24122014Ascoltiamo la Parola del giorno - Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

Meditiamo
Dopo il canto di Maria anche Zaccaria, papà di Giovanni, benedice Dio, anch’egli ha questo sguardo largo sulla storia e sul mondo, non è un uomo ripiegato sui proprio interessi; inoltre vede nel figlio una promessa. Vedere nei figli e nei giovani una promessa di Dio, una parola vivente di Dio: ciò aiuta i grandi ad apprezzarli al di là delle contraddizioni.

Preghiamo
Signore in questo Natale, ormai vicino, ti chiediamo che i giovani affinché possano realizzare quella promessa che Tu hai posto in loro.

Martedì 23 Dicembre 2014

23122014Ascoltiamo la Parola del giorno - Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Meditiamo
Giovanni significa l’amato di Dio, non a caso “arriva un po’ prima” di Lui, lo anticipa. In effetti l’amore si sente nell’aria, rimane prima e oltre la persona presente e amante. Così Dio, si sente che sei nell’aria se ti coltiviamo con i pensieri, le azioni e le emozioni.

Preghiamo
Vieni Signore Gesù: ti sentiamo e ti aspettiamo

Lunedì 22 Dicembre 2014

22122014Ascoltiamo la Parola del giorno - Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Meditiamo
Maria canta di gioia perché ricorda il passato del suo popolo, è consapevole della sua piccolezza e semplicità e tiene lo sguardo sul futuro. Nel suo cuore c’è spazio per il popolo e per il passato, per il presente e per il futuro; nel suo cuore c’è spazio per l’umanità. Non è una donna chiusa in sé stessa, nei suoi problemi, e questo le dona bellezza e serenità. Noi ci ammaliamo quando pensiamo solo a noi stessi: è come chiudere una candela dentro una cappa di vetro, soffoca. Al contrario viviamo e guariamo dalle nostre ferite e paure se pensiamo agli altri.

Preghiamo
Grandi cose hai fatto per me Signore:
aiutami a “sentire” il mondo che mi attraversa, a prendermi cura delle persone e delle situazioni.

Domenica 21 Dicembre 2014

21122014Ascoltiamo la Parola del giorno
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Meditiamo
Gabriele, Galilea, Nazareth, Davide, Giuseppe, Maria, Gesù: sette nomi. Sette è un numero particolare per la numerologia biblica, si compone, infatti, di quattro più tre.
Quattro sono i punti cardinali e gli elementi del cosmo (fuoco, terra, acqua e aria) a indicare la totalità del mondo; tre sono le persone della SS. Trinità, a indicare la totalità di Dio. Sette, quindi, è dato e indica la totalità del mondo insieme alla totalità di Dio. Gesù è il settimo nome: mette insieme l’umanità con Dio.

Preghiamo
Signore componi insieme i pezzi rotti della nostra vita, e unisciti a ciascuno di noi: tienici insieme a te.

Sabato 20 Dicembre 2014

20122014Dal 17 al 23 dicembre, vengono cantate nei Vespri alcune antifone particolari. Cominciano tutte con l’esclamazione di ammirazione: “O” (da qui il loro nome popolare di “grandi antifone O”). Si tratta di invocazioni ardenti rivolte dalla Chiesa al suo Salvatore.

O Chiave di Davide,
scettro della casa d'Israele,
che apri, e nessuno può chiudere,
chiudi e nessuno può aprire:
vieni, libera l'uomo prigioniero,
che giace nelle tenebre e nell'ombra di morte.

Venerdì 19 Dicembre 2014

19122014Dal 17 al 23 dicembre, vengono cantate nei Vespri alcune antifone particolari. Cominciano tutte con l’esclamazione di ammirazione: “O” (da qui il loro nome popolare di “grandi antifone O”). Si tratta di invocazioni ardenti rivolte dalla Chiesa al suo Salvatore.

O Germoglio di Iesse,
che ti innalzi come segno per i popoli:
tacciono davanti a te i re della terra,
e le nazioni t'invocano:
vieni a liberarci, non tardare.

Giovedì 18 Dicembre 2014

18122014Dal 17 al 23 dicembre, vengono cantate nei Vespri alcune antifone particolari. Cominciano tutte con l’esclamazione di ammirazione: “O” (da qui il loro nome popolare di “grandi antifone O”). Si tratta di invocazioni ardenti rivolte dalla Chiesa al suo Salvatore.

O Signore, guida della casa d'Israele,
che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto,
e sul monte Sinai gli hai dato la legge:
vieni a liberarci con braccio potente.


DonLorenzo

Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

panevino

Festive
Sabato ore 18.30 (a Mandria) 
Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

Adorazione eucaristica continua
Venerdì dalle ore 16.00 alle ore 24.00 (Chiesa Mater Dei - O.I.C.)

 

Per inviare i vostri articoli, i vostri filmati, le vostre riflessioni, segnalare eventuali problemi o appuntamenti e programmazioni varie relative alle attività dei vari gruppi parrocchiali potete utilizzare il seguente indirizzo e-mail:

redazione@voltabrusegana.it

A seconda del materiale proposto e degli spazi disponibili, i contenuti saranno pubblicati, oltre che nel sito, anche nel bollettino parrocchiale settimanale.

Angolo degli sponsor

  • LaScuderia.jpg
  • Insalarte.jpg
  • Elektra.jpg
  • Vetreria.jpg
  • Laura.jpg
  • barbieriLinoTipo.jpg
  • OneLab.jpg
  • MacelleriaFavero.jpg
  • MeccanicaElite.jpg
  • GiadaCarra.jpg
  • BccPiove.jpg
  • MandriaFranco.jpg
  • LaPreferita.jpg
  • CentroStampa.jpg
  • Lindaus.jpg
  • BologniniTermoidraulica.jpg
  • CaldonCoccole.jpg
  • ToniVono.jpg
  • OrtoMercato.jpg
  • SImpianti.jpg
PLG_GSPEECH_SPEECH_BLOCK_TITLE PLG_GSPEECH_SPEECH_POWERED_BY GSpeech