«Ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (cf. Lc 13, 1-9).

Alcune parole di Gesù sono proprio dure, eppure vanno prese sul serio come quelle di misericordia. Nelle nostre comunità c’è bisogno di conversione: cuori induriti, prepotenti, malelingue, oppure qualcuno che usa la comunità o le cose della stessa per fini propri, non mettendo il Vangelo al primo posto. Lasciamoci “urtare” da queste parole scomode… serviranno comunque al nostro bene.

«Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?». (cf. Lc 12, 54-59).

In effetti è sempre più immediato e semplice valutare gli eventi dall’esterno, invece, andare in profondità e ricercare i significati dei fatti è più impegnativo. Gesù spinge a cercare il senso delle cose, ad avere certo i piedi per terra e le mani “impastate” di vita, ma anche a tenere aperti gli “occhi del cuore”. La fede è un modo di interpretare la vita, il modo che ha indicato Gesù.

«Pensate che sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione» (cf. Lc 12,49-53).

Gesù parlando del suo destino esprime anche un senso di divisione. Alcuni di fronte alla persona di Gesù e al suo stile credono in lui, altri no. Tutti noi siamo messi davanti a questa scelta: seguire il maestro oppure no. L’amicizia con Gesù non può essere scontata: ogni giorno, anche oggi, siamo inviati a rinnovare e rimotivare la nostra fede.

«Se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa» (cf. Lc 12,39-48).

Qualcuno cerca di rubarci le realtà più belle: la felicità, la purezza, la bellezza. Dio ogni momento ci protegge a vuole orientare la nostra vita la bene più grande.

«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese» (cf. Lc 12, 35-38).

Che bello sarebbe vivere ogni situazione aperta a Dio, vegliare e stare attenti a quando il Signore passa, a come si fa sentire; sia questo lo stile di oggi.

«“Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio» (cf. Lc 12, 13-21).

Aiutaci, Signore, a non attaccarci alle cose della vita come se da esse ne dipendesse il senso. Oggi provo a gestire con vera libertà, le cose che maneggio e le relazioni che vivo.

«La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (cf. Lc 10, 1-9).

Portare il vangelo agli uomini è stato il desiderio e il compito di San Luca. Anche oggi gli uomini hanno bisogno di Dio. Insieme ai sacerdoti facciamoci portatori e testimoni del Vangelo, è il dono più grande che possiamo fare all’umanità.

«Dico a voi, amici miei: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui”» (cf. Lc 12, 1-7).

Le parole di Gesù sono molto forti e chiare: temiamo il male che spegne la vita, mortifica e semina disperazione. Il bene, la luce della fede, invece, illuminano e vivificano anche nei momenti bui.

«Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito» (cf. Lc 11, 47-54).

Rubare la chiave della conoscenza e della verità, a volte lo si può fare perché la verità è difficile da vivere e, se lo facessimo, potrebbe scomodarci. Lasciamoci, invece, scomodare e spostare dalla verità, da come Dio dice e vorrebbe le cose e non da come noi le vogliamo.

«Il Signore disse: “Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle”» (cf. Lc 11, 42-46).

Santa Teresa d’Avila, immagina l’anima come un castello interiore. In esso ci sono tante stanze da percorrere, da quelle più buie a quelle più luminose, fino a giungere alla stanza del Re, il Signore della nostra vita, nella quale avviene l’unione d’amore tra noi è lo Sposo. Nei giorni della nostra esistenza percorriamo le stanze di questo castello attirati e innamorati dal bene e da Dio.