Più dei gigli del campo
Sono in canonica con mia figlia Chiara e sto piegando i volantini per la Comunità dei Ragazzi.
La guardo sorridendo ed esclamo: «PROVVIDENZA!». Chiara mi guarda e ricambia il sorriso. Ci pensa un po’ su e risponde: «Mamma, dici sempre “provvidenza”, ma che cos’è?». Domandone, cavolo! Devo rispondere in maniera semplice ma esauriente: non si accontenterà di una rispostina, devo parlare di fatti perché Dio è nei fatti!
«È quando le cose alla fine si aggiustano!» Poi riprendo per spiegarmi meglio: «Questo pomeriggio siamo rimaste chiuse fuori casa con tutte le tue sorelle; il papà è fuori città e tornerà tardissimo. Così la mamma si è ricordata che la scuola Maran è aperta anche di pomeriggio per il doposcuola e siamo andate lì a chiedere asilo (è proprio il caso di dirlo!).
Cercavo solo un posto caldo dove aspettare con tutte voi il ritorno del papà, ma abbiamo ricevuto molto di più. Le maestre Caterina e Martina ci hanno accolto a braccia aperte (evitando anche di commentare la mia frase: “Le chiavi di casa sono vicino alle pecore del presepe!”), don Lorenzo ci ha offerto pandoro e tè caldo e ha finto di non vedere il caos che avete fatto con i fogli bianchi, le penne e la palla che rotolava per il corridoio. Dio ancora una volta non ci ha abbandonato ed ci ha sorpreso, Chiaretta mia!»
La provvidenza non ha un nome, ne ha tanti, tanti come le persone che mi hanno aiutato nei momenti di difficoltà. E sono tante. Io credo profondamente nella Provvidenza, perché l’ho vista all’opera tante volte. Ci credo perché se ci credi riesci a vederla e non hai più paura di niente! Il coraggio e l’ottimismo vengono dalla consapevolezza di essere preziosi agli occhi di Dio. Egli ci ama così tanto che non può fare altro che pensare a noi!
Finalmente è arrivato il papà, trafelato, con le chiavi di casa! Che bella giornata! Dio si è fatto presente con il suo amore e la sua cura.
Simona