Chiedete e vi sarà dato
Chiedere è un gesto complesso e carico di tante emozioni; è un’esperienza di fraternità e, contrariamente a quanto può sembrare, un gesto di coraggio come fare il primo passo in una relazione.
Anzitutto chi chiede si sente nel bisogno e ha quella consapevolezza, che gli viene dall’esperienza della vita, di non poter fare tutto da solo: si sente legato agli altri e vive un’esperienza di solidarietà. Chi non chiede, o è da solo o pensa illusoriamente di potercela fare da solo: in ogni caso vive un’esperienza di solitudine.
D’altra parte il destinatario della richiesta si sente interpellato, forse anche investito dalla domanda. Sentirsi chiedere qualcosa da qualcuno è molto bello: vuol dire che l’altra persona ha stima di me. Spesso a taluni non chiediamo niente perché crediamo che non possano darci granché, mentre chiediamo molto a coloro per cui sentiamo grande considerazione. “Sentire” la richiesta poi è questione di sensibilità: le persone più ricettive colgono, prendono in considerazione e in vari modi rispondono; quelle insensibili accaparrano spesso scuse che servono solo a spegnere la sensibilità alla risposta. Rispondere in modo affermativo è un’assunzione di responsabilità: io mi sento partecipe con te e di te, è un gesto di solidarietà che costruisce e rinsalda i rapporti, fa sentire alle persone un legame di fratellanza. A volte si può anche dire solo: «Mi spiace, non posso aiutarti questa volta, ma ti sono vicino»; rimane comunque una risposta. Le circostanze della vita sono tante; spesso noi pensiamo i rapporti come qualcosa di romantico e ideale, invece le relazioni sono reali. Al di là di tante patine, di abbracci e baci, di discorsi altisonanti e sorrisi, forse più di tutto vale la risposta alla richiesta che un fratello ti fa.