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Sabato 15 Settembre 2018, Beata Vergine Maria Addolorata

15092018Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Ai piedi della croce rimangono le donne, con Maria, e Giovanni. Maria soffre per Gesù e con Gesù. Come ogni madre, soffre nel profondo del suo cuore e condivide il dolore dei suoi figli. Gesù, prima di morire, affida Giovanni a Maria, e con lui tutto il mondo. A Giovanni, e a noi, affida Maria come nostra Madre, nostra guida. La morte di Cristo in Croce per amore diventa la nostra via di salvezza che passa attraverso Maria.
Madre Addolorata, che con obbedienza hai accettato la volontà del Padre, insegnaci ad affrontare il dolore con la fede che le sofferenze sono nel disegno che Dio ha per la nostra salvezza.

Venerdì 14 Settembre 2018, Esaltazione della Santa Croce

14092018Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Gesù rivela a Nicodemo, maestro e membro del Sinedrio, le promesse del Padre: egli ha mandato suo figlio per salvare il mondo.
Ma perché il mondo sia salvato, gli uomini devono fare come gli ebrei nel deserto. Per salvarsi dai serpenti gli ebrei avrebbero dovuto guardare il serpente di bronzo innalzato da Mosè, come Dio gli aveva indicato.
Similmente il Figlio di Dio è stato innalzato sulla Croce, simbolo di tortura e morte, che per noi cristiani è diventato simbolo dell’Amore, del perdono e della vita eterna che il Signore ci offre. Ma solamente se crediamo in Gesù e nei suoi insegnamenti: l’Amore, l’obbedienza e il perdono.
Signore, tu che hai mandato tuo figlio per la nostra salvezza, donaci la fede per innalzare a te i nostri cuori e per credere che seguendo i tuoi comandamenti troveremo la vita eterna.

Giovedì 13 Settembre 2018, San Giovanni Crisostomo

13092018Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

«Amate i nemici, fate il bene, prestate senza sperarne nulla e il vostro premio sarà grande». Tante belle azioni che, se compiute, accrescerebbero in noi la nostra autostima. Ma perché amare, perché fare il bene? Semplicemente perché quella è la vera natura umana e il Signore ci dà la possibilità di scegliere il bene o il male e su quale strada proseguire. Ma come possiamo attuare questi precetti così difficili ed esigenti? La risposta arriva ancora una volta dalle parole di Gesù: «Siate misericordiosi come il Padre Celeste - ecco la vera chiave di tutto».
Guidaci, o Santo Spirito, e insegnaci ad imitare il Signore.

Mercoledì 12 Settembre 2018

12092018Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Potremmo definire il brano di Luca come il manuale di comportamento perfetto, le istruzioni per la felicità eterna; le beatitudini del cielo contrapposte alle ricchezze terrene. Le parole di Gesù risuonano quasi come una minaccia: «Guai a voi». Si rivolge ai suoi discepoli, ai poveri, agli ammalati che si sono radunati davanti a lui, ma allo stesso tempo lancia un monito ai ricchi per denunciare le ingiustizie, le discriminazioni sociali proprie di quel periodo.
Sostieni, o Padre, quanti vacillano nella fede; dona loro la vera libertà e un’eredità di vita eterna.

Martedì 11 Settembre 2018

11092018Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Gesù non ha guarito solo il corpo, ma sopratutto lo spirito. A chi ha incontrato ha dato nuova vita stimolando domande, curiosità, speranze, facendo sentire accolti.
Ti ringraziamo, Signore, per chi, anche oggi, riesce a lenire le nostre ferite.

Lunedì 10 Settembre 2018

10092018Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Gesù non si nasconde: agisce con riserbo per non attirare troppa attenzione, ma non ha mai agito di nascosto.
Signore, nelle nostre scelte più importanti aiutaci ad essere cauti ma fieri delle nostre azioni.

Domenica 9 Settembre 2018 - XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

09092018Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Apri le mie orecchie perchè possa scoltare la tua parola.

Sabato 8 Settembre 2018, Natività della Beata Vergine Maria

08092018Dal Vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.

Se Maria non fosse nata, probabilmente il Signore avrebbe trovato altre strade per incontrare l’umanità, eppure è lei che ha cresciuto Gesù, è lei che lo ha educato e che ha contribuito a farlo diventare quel Gesù che abbiamo conosciuto.
Ti ringraziamo, Signore, per quando negli incroci della vita riusciamo a leggere il tuo amore per noi.

Venerdì 7 Settembre 2018

07092018Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

Il digiuno era una prassi importante per i giudei, due volte alla settimana. Giovanni Battista e i suoi discepoli la seguivano: rappresentava il tempo di preparazione e di attesa. La venuta di Gesù, lo Sposo, è invece il tempo della festa: come si può digiunare quando si è ad un banchetto di nozze? Il digiuno era ormai diventato un’abitudine. Gesù non sminuisce il digiuno, ma gli da uno spirito nuovo; Gesù ci chiama al cambiamento. Siamo chiamati a vivere questo nuovo digiuno con la consapevolezza che questo è il tempo di attesa del regno di Dio. Egli ci dona un vestito nuovo, un vestito di fede e gioia in attesa del nuovo banchetto.
Ti preghiamo, Signore, di donarci l’umiltà e la forza di accettare il nuovo vestito che hai preparato per noi.

Giovedì 6 Settembre 2018

06092018Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Quante volte anche noi abbiamo provato stanchezza, sfiducia, delusione, rassegnazione; chi di noi non ha vissuto questi stati d’animo, proprio come Pietro? Ma ancora una volta quel Gesù così misericordioso è il primo a rivolgersi a chi è in difficoltà. Anche Pietro, che si dichiara peccatore, in prima battuta sembra quasi dubitare di quanto il Signore gli dice, ma poi inizia a fidarsi ed ecco che la pesca diventa miracolosa.
Gesù ci invita a prendere il largo, a liberarci dalle cose terrene e a non temere: questa è la vera caratteristica del discepolo e di ogni cristiano. Accresci in noi, Signore, la forza di affidarci a te, affinché possiamo ricevere abbondanza di bene.

Mercoledì 5 Settembre 2018

05092018Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.

Il primo aspetto che risalta nelle parole di Luca, che quasi stonano, è che la preghiera non si svolge più nella sinagoga o in un luogo di culto bensì all’esterno, in una casa privata, in una piazza, in luogo pubblico. Le stesse parole di Gesù alla fine del brano sottolineano come egli abbia il mandato di uscire, di andare in missione per annunciare il regno del Padre. La preghiera è il filo d’unione tra i vari versi del brano: attraverso di essa Gesù guarisce i malati e li libera dal peccato, prega per loro e con loro senza pregiudizi sulla loro natura. La preghiera è presentata dunque come unico mezzo per mettersi in comunione con il Padre.
Signore, ravviva e accresci in noi la fede, e liberaci dal peccato.


DonLorenzo

Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

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Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

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