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Giovedì 2 Agosto 2018

02082018Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì».
Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Nel racconto dell’evangelista Matteo viene messo in evidenza come tra i primi discepoli di Gesù ci fossero persone semplici, umili e sagge: pescatori, pubblicani, scribi..., che avevano la visione della società a 360° e ben chiara quale fosse la loro missione. Sono proprio loro i veri maestri della Parola di Dio, i quali conoscono sia l’antica Legge sia il compimento di essa nella nuova Alleanza.
Fa’, o Signore, che ciascuno di noi diventi tuo testimone e sappia diffondere la tua Parola.

Mercoledì 1 Agosto 2018, Sant'Alfonso Maria de’ Liguori

01082018Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

Attraverso queste due brevi parabole, seppur da due punti di vista opposti, la Parola di oggi ci rappresenta lo stesso aspetto: il regno di Dio è un valore così grande per cui vale la pena vendere ed abbandonare tutto.
Quanti di noi però sono consapevoli di questa grandezza?
Donaci, o Signore, il dono della Sapienza affinché sappiamo coltivare dentro di noi quelle perle preziose che ci hai donato così che diventino germoglio di verità.

Martedì 31 Luglio 2018, Sant’Ignazio di Loyola

31072018Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Tutti noi qualche volta, Signore, siamo caduti nel tranello di screditare qualcuno per apparire migliori: pensavamo fosse una scorciatoia, ma in realtà questo comportamento porta solo male. Aiutaci a non commettere più questo errore.

Lunedì 30 Luglio 2018

30072018Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

Anche da adulti ci sorgono dei dubbi sul nostro ruolo nel mondo: iniziamo a sentire di non fare abbastanza, di non essere abbastanza, di non contare abbastanza. Ma abbastanza per chi?
Signore, aiutaci a vedere il bene che anche noi sappiamo portare affinché possiamo sentirci fieri di noi stessi, ma, per quel nostro umano e incolmabile bisogno di essere amati, concedici di vederlo riconoscere e apprezzare anche da coloro che amiamo.

Domenica 29 Luglio 2018 - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

29072018Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,1-15)
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Sabato 28 Luglio 2018

28072018Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».

A volte parlando con gli amici lasciamo uscire aspri commenti sull’operato di qualcuno che per qualche motivo ci ha turbato. Non lo facciamo per mettere quella persona in cattiva luce, ma solo per capire se la nostra interpretazione è corretta, se è legittimo il nostro dispiacere, se è legittima la nostra rabbia.
Oggi ti chiediamo, Signore, di donarci amici che sappiano andare al di là ci ciò che mostriamo, che siano in grado di ascoltarci, consigliarci e leggere le buone intenzioni del nostro cuore dietro alle parole dure che pronunciamo.

Venerdì 27 Luglio 2018

27072018Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Gesù è chiaramente il seminatore. Noi possiamo identificarci in ognuna delle altre figure presenti in questa parabola. In ogni giorno o periodo della nostra vita possiamo essere sia il terreno sassoso che il terreno fertile oppure la strada. La nostra incostanza è frutto della nostra distrazione sulle cose del mondo e dalla nostra poca fede: non sempre siamo in grado di far fruttificare il dono della Parola che abbiamo ricevuto.
Signore, tu che non ti stanchi di seminare, donaci la saggezza di fermarci a pregare, di venire ad adorarti perché possiamo diventare il terreno buono dove il seme della tua Parola possa dare frutto.

Giovedì 26 Luglio 2018, Santi Gioacchino e Anna

26072018Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?».
Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».

Mai più grande ricchezza di fede poteva capitare all’uomo nell’udire le parole del Signore e comprenderne il significato.
«Beati i vostri occhi perché vedono e beate le vostre orecchie perché odono»: ecco Gesù che ci parla per mezzo delle parabole, così che possiamo comprendere meglio il mistero del regno dei cieli.
Aiutaci, o Signore, a capire la tua parola ed essere autentici testimoni di fede.

Mercoledì 25 Luglio 2018, San Giacomo

25072018Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Quante volte ci è capitato di leggere e ascoltare la Parola del Signore senza comprenderne a fondo il suo reale significato?
È accaduto anche agli stessi discepoli: pensiamo in particolare a Giacomo e Giovanni, che su richiesta della madre chiedono di sedere sul trono di fianco a Gesù. Anche gli altri discepoli ambiscono e ricercano carriera e potere, ma la legge di Gesù è esattamente inversa: il più grande si fa servo e l’autorità si vive come umile servizio. Il modello, infatti, è davanti agli occhi di tutti: “Gesù”. Lui non è venuto per dominare ma per servire, tanto da donare la sua vita per l’espiazione dei nostri peccati.

Martedì 24 Luglio 2018

24072018Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Spesso succede che, rispetto agli impegni di lavoro o alle richieste di altre persone, i desideri della nostra famiglia vengano messi in secondo piano: «A loro posso dire di no, loro possono aspettare, loro di sicuro capiranno». Ma siamo sicuri che tutto ciò non abbia conseguenze? Di certo chi ci ama comprende, porta pazienza, ma il dispiacere lo sente ugualmente.
Signore, aiutaci a vincere la tentazione di far pesare le nostre difficoltà su coloro che ci vogliono bene.

Lunedì 23 Luglio 2018, Santa Brigida di Svezia

23072018Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Fin da bambini veniamo incitati ad essere forti e autonomi, così alcuni di noi crescono con il pensiero che chiedere aiuto sia un segno di debolezza che ci farà apparire come incapaci e pesanti. Eppure da soli, per quanto forti, non si vive bene: anche se razionalmente non lo comprendiamo, o semplicemente non lo ammettiamo, abbiamo un grande bisogno di amici a cui appoggiarci anche solo per un confronto o un incoraggiamento.
Signore, dona amore a chi soffre perché è solo.


DonLorenzo

Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

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Festive
Sabato ore 18.30 (a Mandria) 
Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

Adorazione eucaristica continua
Venerdì dalle ore 16.00 alle ore 24.00 (Chiesa Mater Dei - O.I.C.)

 

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