Questo è il tema scelto per la 90ma Giornata Missionaria Mondiale che verrà celebrata domenica 23 ottobre. Ci ricorda e si collega al Giubileo Straordinario della Misericordia che stiamo vivendo e che si concluderà in novembre.

Papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata ci invita «a guardare alla missione come una grande, immensa opera di misericordia sia spirituale che materiale. Siamo tutti invitati ad uscire come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti, la propria creatività, la propria saggezza ed esperienza nel portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all’intera famiglia umana».

Siamo il Gruppo Missionario che è presente ed opera all’interno delle nostre comunità parrocchiali per stimolare uno stile accogliente e aperto ai bisogni e necessità degli “ultimi”, per favorire l’incontro di sorelle e fratelli di ogni popolo e cultura che sono tra noi e per aiutare a creare “ponti” fra le diverse comunità sia qui che nel mondo.

Siamo un piccolo gruppo di donne (per ora) e ci sentiamo incoraggiate ancora dalle parole di papa Francesco che afferma che «le donne e le famiglie comprendono spesso più adeguatamente i problemi della gente» e sanno «prendersi cura della vita nel costruire armonia, relazioni, pace, solidarietà, dialogo, collaborazione e fraternità».

Che bello sarebbe se altre/altri si unissero per continuare a vivere con più slancio e gioia il mandato missionario di realizzare la nuova umanità in Cristo. Celebriamo questa Giornata Missionaria Mondiale con l’augurio di diventare “misericordia” e di farci prossimo a tutti, vicini e lontani.
Buona Festa Missionaria 2016!

Barbara e suor Giovanna

Sabato pomeriggio 8 ottobre ha preso il via il nuovo anno in comunità dei Ragazzi.

 

Al convegno di apertura, unito alla presentazione dei vari gruppi che compongono la CdR, direttamente dal paradiso sono apparsi due nuovi amici della comunità, Punto e Virgola. Sono due prebambini, ovvero due bambini che si trovano in una nuvoletta pronti a scegliere la loro nuova famiglia e a diventare bambini veri e propri. Mentre Punto è un prebambino diligente e giudizioso, Virgola è irrequieta, di scegliere una famiglia non ne ha intenzione perché ha deciso di prendersi una pausa, appunto e di stare in quella nuvoletta in compagnia di molti Santi simpatici che si prendono cura dei preparativi per la partenza dei pre bambini.

 

Il richiamo al tema pastorale (In questa sosta che la rinfranca) è duplice: il segno di punteggiatura del “punto e virgola” è indice di una sosta più importante in una lettura; non ha la stessa valenza di un perentorio “punto e a capo” ma è comunque una sosta, un momento in cui si tira il fiato e spesso si guarda la stessa cosa da un altro punto di vista, dandoci modo di arricchirla di significati diversi.... una sosta per guardare il mondo con occhi diversi e non dimenticare il passato.

 

E allora buona visione con i nostri amici Punto e Virgola...

 

 

All'interno dell'articolo potete trovare un'ampia galleria Fotografica.

Noi educatori di Mandria e Voltabrusegana, insieme a don Lorenzo, ci siamo riuniti per definire le modalità e gli obiettivi per i gruppi di giovanissimi presenti nelle nostre due parrocchie. Abbiamo inoltre avuto modo di conoscerci attraverso lo scambio di idee, opinioni ed esperienze passate.

Il nostro lavoro è stato raccolto e inserito all’interno del “progetto educativo” già strutturato durante l’anno dagli educatori e migliorato dalla coesione delle forze.

Il progetto educativo nasce dall’esigenza di creare una linea guida comune per i gruppi delle due comunità; noi educatori abbiamo sentito il bisogno di avere un percorso uniforme ed un metodo valido basato sulle esperienze e sulla nostra comunità, che possa essere da guida per gli educatori e da percorso di vita per i ragazzi.

La nostra idea è quella di creare un progetto in continuo mutamento, capace di essere al passo con i bisogni annuali dei singoli gruppi.

Nelle comunità antiche e primordiali, quando la maggior parte delle persone erano pagane, i cristiani, al tempo in cui ancora non veniva perseguitati, si riunivano in piccoli gruppi in quelle che venivano definite Domus Ecclesiae. Queste altro non erano che case, spesso di proprietà dei più ricchi all’interno della comunità, dove il piccolo gruppo di cristiani presenti in una città o in quartiere si trovava a pregare, a celebrare l’eucaristia e a compiere i riti cristiani come, ad esempio, il battesimo. Le case venivano in parte riadattate e rese ospitali per un certo numero di persone, preparandovi la sala dell’ascolto della Parola, quella della celebrazione eucaristica e quella in cui si compivano i battesimi.

 

In questo clima familiare i piccoli gruppi lodavano Dio e allo stesso tempo annunciavano e trasmettevano la fede ai loro figli come pure a quelli che incontravano nelle faccende quotidiane e che, incuriositi dallo stile di vita e dall’annuncio ricevuto dai discepoli di Cristo, accettavano l’invito a partecipare alle riunioni nelle Domus Ecclesiae.