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Giovedì 12 Novembre 2015 - Settimana di san Martino

SanMartinoDeboli 2015La preghiera di questi giorni è tutta in onore del nostro santo patrono Martino. La caritas parrocchiale ha proposto una raccolta di alimenti distribuendo per le vie del paese dei carrelli spesa che sono stati riempiti con cibi destinati ai più bisognosi: san Martino quest’anno non arriva a cavallo ma in carrello.
Ogni giorno nella preghiera on-line verrà associato un aspetto del carrello a un momento della vita di san Martino

San Martino ha cura dei più deboli
San Martino nella suo missione è sempre stato attendo ai più deboli ai peccatori alle persone che desideravano seguire Dio, “li ha caricati” nella sua Chiesa. A questo aspetto della vita del santo viene associato il seggiolino del carrello.

Poco tempo dopo, mentre Martino attraversava i campi di un certo Lupicino, un uomo altolocato, è accolto dalle grida e dai lamenti di una folla in lacrime. Turbato, Martino si avvicina e chiede il motivo di quei gemiti. Gli dicono che un giovane schiavo della casa si è tolto la vita impiccandosi. Appresa la notizia, egli entra nella stanzetta dove giaceva il corpo del giovane. Dopo aver fatto uscire tutti, si distende sul cadavere e prega con fervore per qualche tempo. Ben presto, il volto del defunto si anima e i suoi occhi inariditi fissano il viso di Martino; lentamente, con grande sforzo, si solleva e, afferrata la mano del beato, si alza in piedi. Quindi insieme al suo salvatore cammina fino al vestibolo della casa, in presenza di tutta la folla.

Mercoledì 11 Novembre 2015 - Settimana di san Martino

SanMartinoPasrore 2015La preghiera di questi giorni è tutta in onore del nostro santo patrono Martino. La caritas parrocchiale ha proposto una raccolta di alimenti distribuendo per le vie del paese dei carrelli spesa che sono stati riempiti con cibi destinati ai più bisognosi: san Martino quest’anno non arriva a cavallo ma in carrello.
Ogni giorno nella preghiera on-line verrà associato un aspetto del carrello a un momento della vita di san Martino

San Martino pastore e vescovo
San Martino anche se non lo avrebbe voluto, è stato vescovo, ovvero un pastore e una guida sicura per il popolo. A questo aspetto della vita del santo si associa il manico del carrello che serve per la guida e l’orientamento dello stesso.

La sua fama di maestro spirituale e di taumaturgo varcò ben presto il monastero. Ed arrivò fino a Tours, ai cristiani di quella città, i quali cercavano disperatamente... un vescovo. Sapendo che non avrebbero mai convinto Martino con le buone, ricorsero ad un sotterfugio. Altro che commissioni, inchieste, consultazioni, discernimento ad alto livello. Che tempi! Il popolo voleva un vescovo. Allora, uno di loro si recò da lui chiedendogli di venire ad assistere la moglie che stava male. Martino si lasciò convincere e partì. Era una trappola con imboscata già programmata. Preso, fu condotto a Tours davanti alla comunità cristiana e ad alcuni vescovi.
Questi ultimi per la verità non erano entusiasti di avere un collega “dall’aspetto pietoso, dalle vesti sporche, dai capelli scomposti” come Martino... e, particolare per loro poco rassicurante se non inquietante, con un lungo passato di soldato romano. Ma il popolo di Dio lo voleva. Fu quindi ordinato vescovo nel 371. E fu un grande vescovo, assolvendo le sue funzioni con grande dedizione, autorità e coraggio apostolico, “senza abbandonare tuttavia la sua professione e le virtù monastiche”. Di fatti si recò ad abitare in un eremo chiamato Marmoutier, poco distante da Tours, che diventò molto celebre per la trascrizione dei codici della Bibbia.

Martedì 10 Novembre 2015 - Settimana di san Martino

SanMartinoViagg 2015La preghiera di questi giorni è tutta in onore del nostro santo patrono Martino. La caritas parrocchiale ha proposto una raccolta di alimenti distribuendo per le vie del paese dei carrelli spesa che sono stati riempiti con cibi destinati ai più bisognosi: san Martino quest’anno non arriva a cavallo ma in carrello.
Ogni giorno nella preghiera on-line verrà associato un aspetto del carrello a un momento della vita di san Martino

San Martino missionario e viaggiatore
San Martino, considerando i mezzi di comunicazione del tempo (316-397), è stato un grande viaggiatore. Egli si è spostato per tutta Europa per portare il vangelo a popoli che ancora non conoscevano Gesù, in particolare in Gallia. A questo aspetto della vita del santo vengono associate le ruote del carrello.

Martino non è un santo qualsiasi. È un grande della storia della Chiesa dei primi secoli, specialmente per quanto riguarda l’evangelizzazione della Francia. È chiamato infatti “apostolo delle Gallie” perché la sua metodologia di evangelizzazione e la organizzazione ecclesiale, frutto della sua intelligenza e zelo apostolico, si estesero e furono di esempio in tutta la Gallia. Anche se era di famiglia romana, nato nella odierna Ungheria (la Pannonia per i romani) è considerato il santo francese per eccellenza (un po’ come San Francesco per l’Italia).
Anche per questo motivo, Martino è il patronimico più diffuso oltralpe e più di 500 paesi ne portano il nome. Il suo culto si è esteso ben presto oltre la Francia, a cominciare dall’Italia, dove sono numerosissime le chiese a lui dedicate. Lo stesso fenomeno lo riscontriamo anche in Spagna, in Inghilterra, Olanda e naturalmente in Ungheria. In Germania gli è stata dedicata una delle più belle chiese romaniche (il Gran San Martino di Colonia). Il poeta Fortunato aveva ragione quando scrisse: “Dove Cristo è conosciuto, Martino è onorato”.

Lunedì 9 Novembre 2015 - Settimana di San Martino

SanMartinoGuerr 2015La preghiera di questi giorni è tutta in onore del nostro santo patrono Martino. La caritas parrocchiale ha proposto una raccolta di alimenti distribuendo per le vie del paese dei carrelli spesa che sono stati riempiti con cibi destinati ai più bisognosi: san Martino quest’anno non arriva a cavallo ma in carrello.
Ogni giorno nella preghiera on-line verrà associato un aspetto del carrello a un momento della vita di san Martino

San Martino da guerriero a guerriero di Dio
San Martino era destinato alla carriera militare fin da piccolo, lui stesso darà una trasformazione a questo essere lottatore e battagliero mettendo queste caratteristiche a servizio del regno di Dio. A questo aspetto viene associato il cesto del carrello, simbolo della corazza da battaglia.

Martino nacque al confine tra l’Ungheria e l’Austria, da genitori pagani. Suo padre era un tribuno militare, e quindi comandava una guarnigione di soldati
a far la guardia ai confini dell’impero. Dopo poco tempo venne trasferito nel nord Italia, e precisamente a Pavia. E quindi il piccolo Martino crebbe in questa città. Il padre, militare di professione, sognava per il piccolo una brillante carriera nell’esercito romano. I campi di battaglia e le coorti compatte dei legionari sarebbero stati i luminosi orizzonti per il futuro del figlio.
E proprio per questo lo aveva chiamato “Martino” cioè “dedicato a Marte”, dio della guerra. Il sogno militare non si avverò, ma quel bambino avrebbe fatto una ben altra carriera, come cristiano e come vescovo. Curiosa anche la storia dell’incontro di Martino col cristianesimo. Conobbe una famiglia amica, che era cristiana. Il fanciullo di dieci anni venne conquistato dal loro modo di vivere. A dodici divenne catecumeno, e prese l’impegno di vivere secondo la regola del Vangelo amando l’unico vero Dio e il prossimo. Dopo di che i suoi amici cristiani gli consigliarono di... tornare a casa (era scappato via).
Anche i genitori erano il suo primo prossimo da amare, e non bisognava lasciarli vivere nel dolore. Il padre perdonò quella semplice stravaganza adolescenziale, e lo pose di fronte ai suoi doveri di figlio di un militare. Aveva un destino segnato: l’esercito. Nient’altro. Era la ferrea legge romana alla quale doveva, volente o nolente, sottostare. Aveva 15 anni, l’età giusta. Vestì l’uniforme di soldato, come legionario a cavallo. Fu inviato con la sua guarnigione nella Gallia, in varie città, tra le quali Reims ed Amiens. Proprio qui mentre faceva la ronda notturna incontrò un poveraccio che stava morendo dal freddo.

Sabato 7 Novembre 2015

07112015Dal Vangelo secondo Luca (cf. 15, 9-15)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

È uno stile quello cristiano, fatto di attenzione e delicatezze, di tenerezza e di accoglienza dell’altro che è diverso da me; ciascuno di noi è chiamato a viverlo, con il proprio carattere, a non pretenderlo dall’altro piuttosto a donarlo. Proviamo a pensare se siamo fedeli alle “cose di Dio” come lo siamo alle nostre.

Venerdì 6 Novembre 2015

06112015Dal Vangelo secondo Luca (16, 1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

Essere buoni non vuol, dire essere fessi. Tu, Signore ti sei guardato bene da chi cercava di strumentalizzarti, eppure sei sempre stato buono e misericordioso anche con i nemici, usando parole forti, talvolta dure, hai sempre indicato la verità con chiarezza. Aiutaci, Signore, a conciliare quelle emozioni che sembrano essere opposte, aiutaci a vivere l’equilibrio dell’amore.

Giovedì 5 Novembre 2015

05112015Dal Vangelo secondo Luca (cf. 15, 1-10)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».

Signore vieni a cercarci, ogni volta che siamo lontani e in pericolo, ti autorizziamo a superare la nostra libertà, vieni e continua ad avere premura di noi.

Mercoledì 4 Novembre 2015, San Carlo Borromeo

04112015Dal Vangelo secondo Luca (cf. 14, 25-33)
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo».

A volte Gesù sei così chiaro da far paura! Chiedi che siamo tutti per te, senza mezze misure, senza “se” e senza “ma”. Tu hai vissuto così il tuo rapporto con il Padre, sappiamo anche che sei venuto per aiutarci.

Martedì 3 Novembre 2015

03112015Dal Vangelo secondo Luca (14, 15-24)
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

Tanti impegni, tante faccende importati, se proprio oggi il Signore passasse e c’invitasse, noi…

Lunedì 2 Novembre 2015, Commemorazione di tutti i defunti

02112015Dal Vangelo secondo Giovanni (6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Questo giorno mette insieme fa, cioè, sentire uniti noi che siamo qui sulla terra e i nostri cari defunti. Vi sentiamo vicini, amici, parenti, persone care. Pregate per noi e noi, con favore, ricambiamo da quaggiù; non dimenticateci e, siatene certi, noi non vi dimenticheremo.

Sabato 31 Ottobre 2015

31102015Dal Vangelo secondo Luca (14. 7-11)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Avere un’equilibrata percezione di noi stessi, non valutarci troppo né troppo poco, ciò aiuta a trovare il nostro posto nel mondo, aiuta a vivere la fraternità.


DonLorenzo

Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

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Sabato ore 18.30 (a Mandria) 
Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

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Venerdì dalle ore 16.00 alle ore 24.00 (Chiesa Mater Dei - O.I.C.)

 

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