Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Ancora una volta i Giudei cercano di uccidere Gesù: non per le sue opere, che preoccupavano i potenti, ma per il fatto che dichiara di essere Figlio di Dio. Solo alcuni hanno aperto il loro cuore e lasciato entrare lo Spirito, trasmesso attraverso le opere e le parole di Gesù, riconoscendo che si è manifestata in lui la gloria del Padre.
Signore Gesù, fa’ che, con l’avvicinarsi della tua Pasqua di Risurrezione, il tuo Spirito trovi in noi la vera fede e che il nostro cuore possa riconoscere l’Amore del Padre che è in te.
Se penso che il tema pastorale dell’anno è ...In questa sosta che la rinfranca, mi viene un po’ da sorridere. Quest’anno, più di altri, mi sono trovato nel “frenetico”, cioè in una forma di vita, anche simpatica ed eccitante, senza dubbio non in linea con l’anno pastorale. Ci sono dei caratteri iperattivi che quando sono sotto pressione “rendono di più” (si dice così, in termini semplici) cioè si sentono vivi; ce ne sono altri che, al contrario, si stressano. A me tutto sommato fa bene il primo caso, anche se non disdico di fermarmi e sostare, come ho fatto, anche per lunghi periodi, scegliendo il deserto, il silenzio e la pausa come linguaggi della mia vita.
La settimana che ci sta innanzi c’invita a sostare: non in parcheggio o in qualche luogo di vacanza perché sono ferme alcune delle ordinarie attività, bensì a sostare in e con Dio. Le relazioni sono sempre una sosta in e con un altro, e in questo caso l’altro è Dio. Certo ognuno di noi, come sempre, è libero di fermarsi o meno. La libertà è la prerogativa degli uomini in quanto essa non è banalmente la possibilità di fare quel che si vuole, ma piuttosto la facoltà di scegliere la cosa migliore (più buona) fra infinite altre.
In Quaresima si è attivato un percorso di catechesi per gli adulti e le famiglie che si snoda attorno ai dieci comandamenti.
Il venerdì di una settimana si tiene la catechesi in una delle nostre chiese, in quella successiva invece, chi lo desidera, è invitato a ritrovarsi nelle case a condividere la fede tra amici e conoscenti, in modo semplice, informale ma profondo.
Domenica 19 marzo i ragazzi del gruppo Gerusalemme di Voltabrusegana, gli eletti, sono stati accompagnati dai rispettivi padrini e madrine nel rito dell’unzione.
Dopo la preghiera di esorcismo gli eletti sono stati segnati con l’olio dei catecumeni, che è l’olio del battesimo, come segno della forza di Cristo contro il male e il pecca-to.
L’olio profumato è anche segno della bontà di Dio che gli eletti si impegnano a portare a tutti durante la loro vita.
Il primo sentimento è di novità, misto a disorientamento. In effetti non siamo abituati a fare i missionari: ci viene bene essere accoglienti ed invitare, preparare con cura ed essere attenti ai dettagli, invece andare, uscire e mettere in gioco una dose di sana improvvisazione in presa diretta non sono modi con cui abbiamo familiarità. A qualcuno viene in mente la vendita porta a porta o i Testimoni di Geova, eppure tante realtà come la chiesa protestante in questo sono molto più avanti di noi.
Restando a “casa nostra”, ricordiamo che San Paolo andava per le piazze, Gesù per le strade e nelle case, i primi cristiani non avevano ambienti specifici per i loro incontri, ma annunciavano il vangelo nelle occasioni quotidiane e si riunivano a casa di qualche fratello. La Chiesa nelle diverse epoche ha sempre trovato differenti forme e molteplici strutture per portare l’annuncio: quel che serve si tiene, quel che non serve diventerà un peso e pian piano sarà lasciato.
Talvolta le persone semplici, come molte di noi, hanno paura delle cose normali: una cosa ordinaria spiegata con un linguaggio che non uso, un ambiente estraneo, un ufficio in cui non sono mai andato.
Ci sono, poi, cose che per le persone che stanno bene, quelle ad esempio che possono camminare anche con la pioggia o il freddo, si presentano difficili per quelle che hanno un po’ più anni e un po’ meno salute. Anche capire correttamente un discorso, leggere una raccomandata o un’informativa di qualche istituzione, accedere alle fonti telematiche, come pure sbagliare un indirizzo o non aver capito bene l’orario di chiusura di un ufficio pubblico o la via in cui si trova uno sportello possono diventare un dramma per una persona anziana, un immigrato, o una persona semplice. Tutto ciò, talvolta, può anche esporre a dei rischi come quello di perdersi, di ammalarsi per aver preso freddo e pioggia inutilmente, oppure anche produrre isolamento perché «io non mi sento più bene in questo mondo così lontano da me».
Per molti di noi vivere on-line e aprirsi al mondo è la cosa più normale e quotidiana, per altri l’acronimo PIN diventa una barriera insormontabile. Non vado lontano se penso a tanti genitori e nonni.
I siti delle altre parrocchie del nostro vicariato: