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Mercoledì 31 Luglio 2019, Sant'Ignazio di Loyola

31072019Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

In queste due brevi parabole, l’evangelista Matteo con due diverse similitudini ci rappresenta due facce della stessa medaglia: il Regno di Dio è un valore talmente grande che in ogni caso vale la pena vendere tutto per conquistarlo. Un atto di donazione forte che richiede innanzitutto una predisposizione spirituale ancor prima che materiale.
Aiutaci, o Signore, a comprendere la tua vera grandezza ed illuminaci lungo la retta via per godere della tua gioia eterna.

Martedì 30 Luglio 2019

30072019Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Quando stiamo commettendo qualcosa di sbagliato, soprattutto nel campo della morale, dentro di noi ne siamo sempre consapevoli. Cerchiamo di tenerlo nascosto perché nessuno venga a consocenza del nostro cedimento, perché la nostra immagine non sia macchiata, ma a noi stessi non possiamo nasconderlo: per quanto cerchiamo di ignorarla, giustificarla e minimizzarla, quella macchia resta sempre davanti ai nostri occhi.
Signore, aiutaci a non soffocare i nostri desideri ma ad esprimerli riconoscendo e perseguendo il bene. Fa' che non sia il vizio, ma la virtù a guidare le nostre scelte.

Lunedì 29 Luglio 2019, Santa Marta

29072019Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

E' nella sofferenza vissuta in solitudine che la nostra fede e la nostra stessa identità sono maggiormente a rischio: la solitudine infatti ci svuota, ci toglie la speranza e i motivi per vivere e credere ancora.
Ti chiediamo, Signore, di avere compassione di noi: non abbandonarci, anche se conosci le nostre povertà e i nostri errori, e quando dubitiamo della tua presenza aiutaci a riconoscere i modi in cui ci vieni incontro.

Domenica 28 Luglio 2019 - XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

28072019Dal Vangelo secondo Luca
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

«Padre nostro…» Gesù ci ha insegnato questa preghiera per chiederti ciò di cui necessitiamo.
In adorazione della santa Eucaristia, il corpo di nostro Signore Gesù, tuo figlio, ti preghiamo, o Padre, di farci sentire la tua presenza in ogni nostro gesto quotidiano. Che ogni nostra azione possa essere un riflesso dell’amore e del perdono che ogni giorno ci offri.

Sabato 27 Luglio 2019

27072019Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».

Nella nostra anima è radicato il bene, ma l’avversario del Signore ci ha messo anche una parte meno buona. Il nostro combattimento di ogni giorno è proprio quello di non fare soffocare il grano buono che è in noi. Riconosciamo quali sono i nostri limiti, i nostri peccati: conoscerli ci dà modo di non lasciarci sopraffare da essi. Lasciarci guidare dal Signore fa crescere in noi la fede che alimenta la nostra parte buona e piano piano cresciamo fino a quando saremo pronti per il nostro premio eterno.
Signore, rendici sempre consapevoli dei nostri limiti e donaci l’umiltà di ammettere i nostri peccati.

Venerdì 26 Luglio 2019, Santi Gioacchino e Anna

26072019Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Questa volta il Signore spiega la parabola: il Padre semina la Parola. Poi il terreno siamo noi. Questo Vangelo ci deve fare riflettere: con quale terreno ci identifichiamo? Mi domando se sono davvero il terreno buono che vuole il Signore.
Spesso la Parola viene soffocata dalla frenesia e dall’ansia della vita quotidiana, ma allora devo essere abbastanza umile da capire che non sono proprio come il Signore mi vorrebbe e la Parola non è ancora parte di me.
Signore, aiutaci far penetrare la Parola nel nostro cuore, da dove può dare veramente frutto.

Giovedì 25 Luglio 2019, San Giacomo

25072019Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Il calice di cui parla Matteo è il calice della sofferenza, della passione e della morte di Gesù, versato per la nostra salvezza. Egli è il vero e unico modello da seguire. L’unico modo per fare ciò è quello di invertire il senso delle leggi terrene: il più grande si faccia servo, chi vuole essere il primo sia invece umile e servitore degli ultimi.
Sappia ciascuno di noi cristiani, liberato dalla schiavitù del peccato attraverso il battesimo, seguire i tuoi esempi, o Signore, e meritare un posto nel Regno del Padre.

Mercoledì 24 Luglio 2019

24072019Dal Vangelo secondo Matteo
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Il Signore spesso ci parla con delle parabole: i Vangeli ne raccontano circa una cinquantina. È un linguaggio simbolico e semplice, ma che ci aiuta a capire meglio la grandezza del Regno dei cieli.
Il seme che sembra gettato via inutilmente, se trova un terreno fertile produce molto frutto. È importante per ogni cristiano avere fede ed essere disponibile ad accogliere e far germogliare il seme che il Signore dona a ciascuno di noi.
Apri i nostri cuori, o Signore, affinché le nostre azioni siano rivolte sempre al bene e all’amore verso i nostri fratelli, proprio come tu ci hai insegnato.

Martedì 23 Luglio 2019, Santa Brigida di Svezia

23072019Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Nella solitudine ci mettiamo alla prova e scopriamo i nostri limiti, ma solo quando troviamo qualcuno che ci fa sentire amati e attesi riusciamo davvero a spiccare il volo e ad affrontare con più coraggio le difficoltà.
Signore, ci hai ricordato l’importanza di non restare soli: non abbandonarci.

Lunedì 22 Luglio 2019

22072019Dal Vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Signore, abbi compassione di chi piange per il dolore della perdita. Porta consolazione e nuovi motivi per sperare, sorridere e amare.

Domenica 21 Luglio 2019 - XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

21072019Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Gesù è la parte migliore !


DonLorenzo

Don Lorenzo Voltolin
Tel. 049.685508
Cell. 340.7223749  -  339.6007243
E-mail:voltabrusegana@diocesipadova.it

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Domenica ore 8.30 e
11.00
Domenica ore 8.00 e 10.00 (a Mandria), 10.30 e 17.00 (all'OIC) 

Feriali
Lunedì e venerdì ore 18.30
Martedì, mercoledì e giovedì ore 18.30 (a Mandria)

Rosario
Lunedì e venerdì ore 18.00 in chiesa
Martedì, mercoledì, giovedì e sabato 18.00 (chiesa di Mandria)

Lodi mattutine
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 8.00 (a Mandria)

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